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La partita del Torino fuori dal campo: per molti tifosi Cairo primo colpevole
Come era stato annunciato dalla Maratona, ieri, domenica 24 novembre, in occasione della partita tra Torino e Monza, è stata realizzata una contestazione organizzata. L'obiettivo della manifestazione è stato ancora una volta il presidente, Urbano Cairo, ritenuto da molti il primo colpevole della situazione difficile in campionato. Il patron era stato il destinatario di una forte contestazione già a fine agosto, quando l'improvvisa cessione di Raoul Bellanova all'Atalanta rappresentò il casus belli che fece tracimare per le strade di Torino il malcontento di quasi 10mila tifosi. Stavolta la contestazione è stata più ridotta nei numeri, ma non per questo meno significativa. Intorno alle 14 un corteo di tifosi (che si possono quantificare in circa 3mila) è partito da piazza d'Armi e si è spostato nel controviale di Corso Agnelli, davanti alla curva Maratona, per continuare a contestare da fuori, durante tutto il primo tempo della partita. Durante l’intervallo gli ultras hanno poi fatto il loro accesso allo stadio, continuando a contestare. Non ci sono praticamente stati cori a sostegno della squadra, anche per tutto il secondo tempo. Solo e soltanto contumelie verso Cairo (ma anche contro il dt Davide Vagnati), con l'obiettivo di invogliare il presidente a passare la mano del club.
Per chi è andato allo Stadio Olimpico Grande Torino è stato evidente: la contestazione ha creato un’atmosfera surreale. Allo stadio, poi, per tutto il primo tempo c’è stato un silenzio che mai si era visto in casa, con i tifosi ospiti che erano gli unici a intonare cori. I Distinti erano sì pieni, ma di ragazzini delle Academy e delle Scuole Calcio del Torinese, invitati per l'occasione dal club. Atmosfera surreale, che ha avuto il suo culmine con il classico rito delle sciarpe alzate al cielo durante l’inno, rito che è venuto meno, vista l’assenza di tifosi in curva. Da sottolineare anche che per l'occasione hanno contestato unitamente sia i gruppi della Maratona sia quelli della Primavera.
Va considerato che con l’ingresso allo stadio dei tifosi, in ogni caso il tema dei cori è rimasto lo stesso: contestazione contro la società, ma soprattutto, contro Urbano Cairo. Da sottolineare come, nonostante i risultati negativi delle ultime giornate, i tifosi continuino incessantemente a difendere Vanoli, che è stato acclamato più volte con cori dalla Maratona nel corso della partita. A tal proposito, il tecnico ha chiesto apertamente che il sostegno venga trasmesso alla squadra, che vive un momento di chiara difficoltà. Ma, al momento, non è così: a fine partita i giocatori, quando si sono avvicinati alla curva Maratona, sono stati fischiati e invitati a tirare fuori gli attributi, come già era successo alla fine del derby. "Per noi quando i tifosi fischiano è difficile, ma li comprendo", ha detto il difensore Sebastian Walukiewicz. La sensazione ora è che sia la squadra a dover riportare i tifosi dalla sua parte a suon di prestazioni e punti. Per quanto riguarda i vertici societari, invece, ormai il rapporto è troppo compromesso ed è complicato pensare che si possa ricucire, nonostante le intenzioni espresse dal patron Cairo poche settimane fa.
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