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toro
di Michele Ferrero
Era dal gelido febbraio 86, Torino-Roma 0 a 1 gol di Pruzzo e rigore sbagliato da Junior, che non vedevo una partita lontano dalla curva Maratona. Ho accettato...
"di Michele Ferrero
"Era dal gelido febbraio 86, Torino-Roma 0 a 1 gol di Pruzzo e rigore sbagliato da Junior, che non vedevo una partita lontano dalla curva Maratona. Ho accettato l’invito in tribuna di un tifoso granata tra i più entusiasti che conosco, Maurizio di Canale d’Alba, caro amico di lunga data. Certo, la visione da lì è perfetta (c’è pure gnocca in quantità) ma non riuscivo a non guardare la curva: una Maratona fantastica, che ha cantato 90 minuti, anche e soprattutto nei momenti difficili della gara. Il Comunale rifatto la penalizza nel numero di ugole, la copertura le toglie mezzo sole, certe leggi assurde ne soffocano la fantasia, ma l’anima è sempre quella. La curva più bella del mondo, com’era considerata 21 anni fa, per me è sempre tale, sono troppo orgoglioso di farne parte, di essere cresciuto su quei gradini, dai quali si “vive” la partita, indipendentemente dalla qualità della stessa. Con tutto il rispetto per la Primavera, che anch’essa si impegna ad aiutare il Toro, sentire la Maratona esplodere per il primo rigore parato da Sereni è stata un’emozione forte, oltre che nuova. L’abbonamento inutilizzato nella mia tasca bruciava come i 30 denari di Giuda.
"E passiamo alle dolenti note, legate a molte prestazioni individuali insufficienti, che hanno determinato una prova collettiva negativa oltre ogni previsione. Non tutto il male però vien per nuocere: forse è un bene tornare con i piedi per terra prima del derby, sarebbe brutto essere ridimensionati proprio dai gobbi. Non che sia il caso di drammatizzare per una gara mal giocata, ma è meglio prendere coscienza dei nostri limiti in tempo utile per andare in campo con la necessaria umiltà. Questa squadra ha buone potenzialità, ma non sono facilida sfruttare, specialmente se la condizione fisica non è ottimale. In questo senso il passo indietro rispetto a Palermo è allarmante, e l’organico non permette al momento un adeguato turn over. Ma anche sul piano tattico, se il Toro è chiamato a fare la partita in spazi ristretti, le prospettive di molti uomini cambiano. Bjelanovic, splendido quando si sacrifica a tutto campo, non ha colpi decisivi se fa solo la punta. I due fantasisti hanno bisogno di spazio ed i tre mediani vanno in difficoltà quando sono aggrediti sul ritmo. E poi c’è il mistero Natali, tornato in sofferenza, ora anche sul piano della fiducia in se stesso. Il problema è talmente definito che mi sembra anche il più possibile da risolvere: nell’Udinese questo era un gran bel difensore, non vedo perché non possa tornare ad esserlo anche qui in tempi brevi, magari allenandosi il doppio degli altri.
"Mi sento invece di assolvere Corini: è vero che ha accusato un calo nel secondo tempo e qualche imprecisione di troppo, ma quando i compagni non fanno movimento senza palla per un regista si fa dura comunque. Il Toro non era padrone del gioco, era sempre lungo e lento, non può essere colpa di uno solo se Galloppa sembrava Redondo.
"Recoba per esempio ha acceso la luce una volta soltanto, quando si è procurato il corner poi tradotto in gol tramite un bello schema. Ma ha irritato Novellino, e non solo lui, con un paio di atteggiamenti da non ripetere: il corner direttamente in porta può essere la sorpresa, non la regola, e quando si perde palla si rincorre l’uomo, facendo almeno finta di dargli fastidio. Ho ammirato Monzon per averlo tolto: il Chino resterà sempre un mio beniamino, ma la squadra non deve dipendere dalle sue lune, quando si merita di uscire la cosa deve accadere senza timori.
"Anche Rosina non era al meglio, ma ha sfornato comunque almeno 4 giocate importanti: il tiro del gol, l’occasione sprecata di testa, l’assist a Malonga e l’espulsione procurata. Non è certo lui il problema, semmai lo è la mancanza di chili e centimetri della squadra nel suo insieme. Il contropiede che ha causato il secondo rigore, ovvero il pari del Siena, è emblematico: sul rinvio del nostro portiere, con la squadra tutta alta, Grella si è trovato solo in mezzo al campo. E’ bastato perdere il duello aereo per trovarsi una voragine alle spalle, con Natali bruciato due volte (prima sulla sponda poi in area) da Maccarone. Sereni è stato bravissimo ma sfortunato, perché la sua respinta è finita dritta sul piede del rigorista, senza che Della Fiore e Lanna potessero recuperare i 5 metri di svantaggio (16 di area meno 11 dal dischetto) che il regolamento impone loro. Il portierone si è infuriato, ma rivedendo le immagini non c’erano margini per rimediare in corner.
"Dopo questo episodio è mancata la forza di reazione: la partita dei granata, per la prima volta in stagione, è diventata molto brutta. Per fortuna l’espulsione del vecchio amico Codrea al 32’ della ripresa ha limitato i rischi di sconfitta, togliendo Maccarone dalla partita. Non solo, ha permesso il nostro assalto finale e ci ha dato la possibilità di vedere Malonga nel suo ruolo di attaccante. Novellino lo aveva fatto entrare già al 16’, ma per difendere sulla fascia sinistra, dove Lanna era in difficoltà. Nel finale, rinnovata la mancina con Rubin e lo spostamento di Barone, il giovane colored ha poi preso posto davanti sulla destra, azzeccando 4 volte su 5 l’uno contro uno e creando pericoli interessanti. Ha commesso un errore grave, che non è la zuccata alta nel recupero (la prima palla gol della sua carriera) ma l’aver tenuto la testa bassa poco prima, senza vedere Comotto che si era perfettamente sovrapposto. Quella è stata la vera occasione di vincere la gara, e nessuna sintesi televisiva l’ha mostrata: Malonga ha saltato due uomini in impetuosa percussione da destra per poi andare a sbattere su Loria nel tentativo di accentrarsi per il tiro. Se avesse visto e servito Comotto con l’esterno, il capitano si sarebbe trovato solo davanti al portiere, purtroppo mai impegnato per tutto il pomeriggio.Alla prossima.
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