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Per capire quale sia l’importanza del posticipo domenicale fra Torino e Genoa basta dare un’occhiata alla graduatoria della Serie A: le due squadre sono appaiate a quota 14 punti, in quella parte di...
"Per capire quale sia l’importanza del posticipo domenicale fra Torino e Genoa basta dare un’occhiata alla graduatoria della Serie A: le due squadre sono appaiate a quota 14 punti, in quella parte di classifica che rappresenta una sorta di “terra di confine” fra le posizioni immediatamente a ridosso delle grandi e quelle della zona salvezza. Una vittoria od una sconfitta possono dunque fare tutta la differenza del mondo per le due squadre, anche sul piano psicologico, e se è vero che la storica amicizia fra le due tifoserie non può certo essere messa in discussione, sul campo è lecito attendersi un confronto ad altissima tensione e tutto giocato sul filo dei nervi.
"Risultati alla mano, il Genoa non sembrerebbe reduce da un grande momento di forma: appena due punti nelle ultime sei partite. Va ricordato che durante questa serie negativa i rossoblu hanno affrontato avversarie del calibro di Inter, Juve, Fiorentina e Roma, insomma tutte le più forti, uscendo con le ossa rotte solo dal confronto coi campioni d’Italia, ma è altrettanto vero che la formazione di Gasperini ha palesato gravi problemi nel concretizzare la grande mole di gioco (spesso anche piacevole) che riesce quasi sempre a costruire: dei soli quattro gol messi a segno durante questa striscia negativa, ben tre sono giunti in un solo incontro, quello pareggiato in casa col Palermo. Detto questo, il Genoa visto sabato scorso contro la Roma non è certo una squadra in crisi come i risultati farebbero pensare.
"Il bilancio complessivo dei Grifoni parla di dodici reti realizzate, una in meno del Toro, e ben diciotto subite, quattro in più rispetto ai granata. In sei partite disputate fuori casa, il Genoa ha un bilancio di una vittoria (a Napoli), due pareggi (ma uno di questi è arrivato a Marassi nel derby con la Samp, l’altro a Catania e sempre per 0-0) e tre sconfitte (Inter, Juve e Reggina), con appena tre gol fatti ed otto subiti.
"La squadra di Gasperini gioca con un modulo 3-4-3, ma solo il bomber Borriello (già sei gol in stagione) è una vera punta: l’ex giocatore del Milan viene infatti sostenuto da un trequartista tutto fantasia come l’honduregno Leon, giocatore quasi inarrestabile nelle giornate buone, e da un ex attaccante “convertito” ad esterno sinistro come Sculli. Le alternative nel reparto avanzato sono comunque di prim’ordine, a partire dalla scommessa Figueroa (ex grande speranza del calcio argentino, rimasto inattivo quasi due anni a causa di un terribile infortunio) per proseguire con l’esperienza di Marco Di Vaio e la velocità del senegalese Papa Waigo, al rientro dopo un’appendicectomia.
"Di certo, il tecnico nativo di Grugliasco sarà costretto a rivoluzionare il suo centrocampo: saranno infatti assenti per squalifica sia i due centrali titolari, Paro ed il croato Juric, sia l’eclettico esterno sinistro brasiliano Danilo (finito oltretutto sotto i ferri per un infortunio al ginocchio ed out per almeno due mesi). Sicuro il ritorno dal primo minuto dell’esperto Milanetto, dovrebbe esserci spazio anche per Coppola in mezzo e per l’altro brasiliano Fabiano a sinistra, mentre la fascia destra sarà come sempre appannaggio di capitan Marco Rossi.
"Per quanto riguarda la difesa a tre, Gasperini non sembra avere alcun “punto fermo”: di fatto, sono in cinque a giocarsi tre maglie, vale a dire Bega, Lucarelli, De Rosa, il francese Konko e l’ex granata Bovo. Da capire quali saranno le scelte in vista di domenica sera, per quanto sia probabile la conferma della stessa retroguardia schierata contro i giallorossi e formata da Konko, Bega e Bovo.
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