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toro
di Edoardo BlandinoChi avrebbe mai immaginato di vedere Rolando Bianchi indossare la maglia granata meno di un anno dopo il suo esordio in biancoceleste proprio a Torino? Quella non si può di certo definire una partita fortunata per l’ex giocatore del Man City. La tifoseria non aveva digerito il rifiutato del calciatore dopo il lungo corteggiamento di Cairo, ma soprattutto non aveva gradito la seguente firma per la società di Lotito ed al suo ingresso in campo il frastuono dei fischi divenne assordante. Era palese la tensione nello sguardo dell’attaccante. Passano sessanta secondi ed ecco il primo giallo per un intervento duro su Lazetic. Passano altri quattro minuti ed arriva anche la seconda ammonizione per aver usato i gomiti troppo alti in un contrasto con Zanetti. Doppio giallo e cartellino rosso sventolatogli sotto il naso. Esordio da dimenticare. E ghigno sul volto dei supporter granata. Ma il calcio è strano e se il giorno prima sei un avversario da fischiare, quello dopo diventi l’idolo della curva. Bianchi aveva accettato di trasferirsi a Roma perché pare che Lotito avesse garantito di riscattarlo a fine stagione, ma il numero uno biancoceleste in estate non formulò mai l’offerta definitiva ritenendo troppo alti i 12 milioni chiesti per il riscatto del cartellino: evidentemente il giovane centravanti non convinse l’ambiente fino in fondo. Così tornò di attualità Torino e dopo una trattativa più o meno complessa il giocatore approdò sotto la Mole. Nel giorno della sua presentazione lo stesso stadio che qualche tempo prima lo aveva fischiato ora lo acclamava a gran voce. Adesso siamo solo agli inizi del campionato, ma sembra che Bianchi sia lo stesso dei 18 centri a Reggio Calabria. Probabilmente lo era anche nel suo periodo romano, ma non gli è stato concesso tempo per ambientarsi e soprattutto non gli è stata offerta la fiducia necessaria per rendere al meglio. Tutte cose che il Toro gli sta ora dando. Domenica può essere giunto il momento della rivincita per l’attaccante granata, il momento per dimostrare che li valeva davvero tutti quei soldi. Ma anche per dimostrare che bisognava pensarci prima e che adesso è troppo tardi per i rimpianti. Lui ora è a Torino.
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