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Con Emiliano Mondonico se ne va anche un pezzo importante della storia del Torino. Un giocatore, allenatore e uomo per bene che nel corso della sua vita ha lasciato un bel ricordo in tutte le piazze che ha calcato. Ripercorriamo insieme la sua carriera da calciatore: dagli albori alla Rivoltana fino all'addio al calcio giocato.
GLI INIZI - Emiliano Mondonico nasce il 9 marzo 1947 a Rivolta d'Adda, un comune con poco più di 8 mila anime in provincia di Cremona. Cresciuto sulle sponde del fiume Adda, dove la sua famiglia gestiva una trattoria, Emiliano si innamora del calcio sin da bambino. Come spesso accadeva a quei tempi, i primi calci al pallone sono quelli dati all'oratorio locale. E' amore a prima vista: Mondonico coltiva il suo talento tra le giovanili della Rivoltana, squadra dilettantistica del suo paese natale, dove si distingue per una spiccata tecnica e una buona velocità.
IL SALTO - Nel 1966 arriva la Cremonese. Ad appena 19 anni, Mondonico inizia la scalata verso il calcio che conta. Con la Cremonese passerà due anni molto intensi: il primo caratterizzato dalla promozione dalla Serie D alla Serie C e la seconda in cui per la prima volta ha l'occasione di cimentarsi tra i professionisti. L'impatto è ottimo e Emiliano attira su di sè le attenzioni del Torino: lo aspetta la Serie A. In granata ha l'occasione di cimentarsi con giocatori del calibro di Giorgio Ferrini, che gli trasmette sin da subito i valori fondanti del Torino. In granata Mondonico collezionerà appena 2 gol distribuiti in 14 presenze, ma il ricordo e il profondo amore per i colori che gli avevano permesso di approdare nella massima serie lo accompagneranno per tutto il corso della sua vita.
FINE CARRIERA - Dopo l'addio al Torino, Mondonico si trasferisce prima al Monza (23 gare e 7 reti) e poi all'Atalanta. Nella sua regione d'origine Emiliano mette in mostra forse il suo miglior calcio. Poi il ritorno alla Cremonese: 7 stagioni consecutive (dal 1972 al 1979) tra Serie B e Serie C. Alla giovane età di 32 anni, Mondonico decide di appendere le scarpette al chiodo per proseguire in quella che sente essere la sua vera vocazione: la carriera da allenatore. Ala offensiva dal buon talento, Emiliano Mondonico forse non ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio professionistico. La sua umanità e il suo grande cuore però gli hanno permesso di entrare nel cuore di tutti i tifosi e compagni che hanno avuto l'occasione di conoscerlo.
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