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toro
di Alessandra Caputo
Potrei stare così per ore… tra mille propositi, considerazioni vaganti soprapensate e fugaci immagini sconsiderate…un po’ come un jukebox con mille gettoni dentro. Un po’ come il Torino…non ci bastano 24 ore al giorno, né 12 mesi l’anno.
Sono passati i minuti di gioco e li abbiamo sopravvissuti, i primi tempi si sono dilettati in un calmo riscaldamento, poi verso la fine, quando si avvertiva il bruciore di un risultato, i piedi si concentravano.La spia salvezza si è accesa anche quest’anno. Si impara sbagliando e il Torino ha sbagliato per due anni consecutivi: la lezione è troppo pesante per essere digerita. Richiede troppa severità, troppo ordine e costanza per essere assimilata, ammesso che siano queste le precauzioni alla preoccupazione di fine stagione. Tra gli altri gettoni che impallano il jukebox c’è un senso di disorientamento per le reazioni alla salvezza: non so se sia felicità o solo sollievo. Ho sentito dire:“Le cose sono andate così, inutile pensare a quello che poteva essere” : falso positivismo o superficialità dichiarata? Ci si accontenta del minimo solo in settori di scarsissimo interesse personale…pensando a quello che poteva essere si riparte meglio. Non sono d’accordo con chi riparte sempre da zero, con chi non si pente mai, con chi non ha rimpianti. Niente si scorda o si cancella se non si trasforma: le cose sono andate cosi, è utile pensare a quello che poteva essere e a perché non lo è stato. Colpe…non servono ormai. Esami di coscienza: quelli sono necessari, remissioni di peccati e “sgonfiamenti” vari: ad iniziare dal David di Di Michele ad esempio. Ogni qualvolta non arriva sulla palla-spesso- assume quel ghigno di presunzione e quasi quasi sembra pensare che non è proprio colpa sua.Insomma, per merito o per destino il Torino ha una terza possibilità per muovere verso alti punteggi.Sarebbe troppo non sentire pronostici e promesse, cazzate per intenderci, fin da ora e per tutta l’estate. Sarebbe troppo lavorare discretamente, solidali contro l’eterna sfortuna nemica.
Nonostante tutto devo dire però che lo capisco…il Torino intendo: contraddittorio, incostante, sprecone e ritardatario. Ma capisco anche che i problemi, le lacune, i disagi e le incomprensioni sono più difficili a raccontarsi che non ad affrontarsi.
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