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La variabile calendario: il Toro tra presente e futuro

Andrea Viscardi
L'Opinione / Alcuni parlano di scossa, altri di rinnovare la fiducia. Quello che è certo è che una ripresa deve arrivare, e non oltre le prossime due partite. Poi inizierà un ciclo di ferro in cui sarà difficile fare punti

Dopo la partita con il Chievo, le opinioni riguardo al futuro della panchina sono discordi. Alcuni parlano di inevitabile fiducia da reiterare sino a fine campionato, altri di necessario scossone per evitare un blackout definitivo. È chiaro, la posizione di Ventura è oggi, per la prima volta, profondamente in bilico, e immaginarlo sulla panchina granata la prossima stagione appare alquanto improbabile.

Il motivo è piuttosto evidente e non va da individuarsi prettamente nei risultati disastrosi di questa stagione, quanto di un’involuzione di quei ragazzi che dovrebbero rappresentare chi il valore aggiunto del Torino di domani, chi la plusvalenza con cui poter muoversi sul mercato e tentare di rafforzare il progetto. La società parla d’altronde di un percorso di crescita, che sembra essersi interrotto drammaticamente con la scorsa stagione.

Ed è proprio qui il problema più serio: l’involuzione della squadra e dei singoli è evidente, e giocatori come Glik, Bruno Peres e Maksimovic appaiono ridimensionati non solo nelle prestazioni, ma anche e soprattutto nel valore potenziale. Un grave danno per una società che ha dimostrato di mettere a pari livello, sul proprio taccuino, i risultati sportivi e quelli di valorizzazione dei singoli.

Guardare solo al futuro sarebbe, oggi, un grave errore, così come pensare ad un campionato già terminato. Evidentemente 28 punti, 9 in più del Carpi terzultimo, mettono sicurezza, ma fino a un certo punto. Palermo, Milan e Genoa in trasferta, Carpi e Lazio in casa. Quindi il derby e l’Inter. Partite tutt’altro che semplici, ed il rischio è di arrivare alla 32esima giornata con un margine molto ristretto dalla terz’ultima. È quindi fondamentale chiudere i giochi prima che si possano in qualche modo riaprire, e riuscire a racimolare quantomeno la vittoria, tra due settimane, proprio contro il Carpi. La squadra emiliana dopo di noi dovrà incontrare, tra le big, solamente Milan e Juventus, un calendario molto più semplice del nostro, dato anche che chiuderemo il campionato con tre trasferte nelle ultime quattro partite.

Qui risiedono i dubbi di alcuni su come dovrebbe essere affrontato il presente: dare fiducia a Ventura, o cercare una scossa immediata per evitare future complicazioni e programmare, in contemporanea la prossima stagione? La prima variabile da risolvere per rispondere a questa domanda è capire se la squadra, ad oggi, è ancora con Ventura. Sembra una domanda banale, dato le dichiarazioni post partita di questi giorni, ma i segnali dal campo sono contrastanti, e appare difficile credere che l’involuzione post-derby, che prosegue oramai da due mesi, sia dovuta semplicemente ad un calo psicologico e di fiducia nei propri mezzi del gruppo.

Il nome principale per un’eventuale cambio in corsa è quello dell’allenatore della primavera Moreno Longo, che tanto bene ha fatto in questi anni. C’è però un’ombra su questa possibilità.

Longo ha infatti dimostrato di essere, in prospettiva, un ottimo allenatore, un patrimonio da preservare e usare con estrema intelligenza. Il rischio, anche a causa della sua poca esperienza, è quello di bruciarlo anzitempo, richiedendo risultati immediati nelle prossime partite, e privandolo, quindi, di quel tempo necessario per prendere confidenza con la massima serie. Una possibilità da valutare molto attentamente, riflettendo se non sarebbe meglio ripartire da Longo - che saprebbe valorizzare anche il vivaio granata -, ma da fine stagione, con la serenità di poter lavorare per tre mesi e con i mezzi per ricostruire la squadra passo dopo passo.