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L’Atalanta come la Lazio: ricorsi scontati che servono solo ad allungare i tempi
Atalanta-Torino, che doveva essere la prima gara del girone di ritorno, si dovrebbe disputare l'11 maggio. Un epilogo simile a Lazio-Torino dello scorso anno
Atalanta-Torino doveva essere la prima giornata del girone di ritorno, in programma il 6 gennaio. Il periodo era dei più critici e con i contagi in aumento in tutta Europa, complici anche i rientri dalle vacanze natalizie, il Covid era tornato a bussare negli spogliatoi delle squadre di calcio. E così è successo anche al Toro, fermato dall'Asl per lo scoppio di un focolaio in squadra.
I PRECEDENTI - Il precedente Juventus-Napoli dello scorso anno era abbastanza chiaro: in caso di stop dall'autorità sanitaria, nessuno sarebbe stato punibile con la sconfitta a tavolino. Eppure l'Atalanta ed altre squadre hanno deciso comunque di percorrere le vie legali, pur consapevoli delle pochissime - per non dire nulle - possibilità di vincere il ricorso. E così le partite si sono spostate dai campi di calcio ai tribunali, dilungando eccessivamente i tempi e rendendo difficile individuare le date per giocare i recuperi.
TEMPI LUNGHI - In fin dei conti i ricorsi in secondo e terzo grado si sono rivelati armi inutili per ottenere la vittoria a tavolino, ma strumenti efficaci per rimandare una partita. Così Atalanta-Torino, che doveva essere la prima gara del girone di ritorno, si dovrebbe disputare l'11 maggio (data suscettibile di variazioni in base agli impegni europei della Dea). Un epilogo simile a Lazio-Torino dello scorso anno, quando la gara fu recuperata tra penultima ed ultima giornata. Insomma, l'esito dei ricorsi era scontato, eppure si è preferito prolungare una battaglia in tribunale anziché giocare sul campo. Ed il Tas, come ampiamente prevedibile, ha stabilito che la partita si dovrà recuperare.
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