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L’attacco ai raggi X

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La classifica del Torino parla chiaro, i risultati sono stati inferiori alle attese e anche alle potenzialità della squadra, vediamo di analizzare reparto per reparto e scoprire quel poco che ha funzionato e cosa invece non è andato...
Redazione Toro News

La classifica del Torino parla chiaro, i risultati sono stati inferiori alle attese e anche alle potenzialità della squadra, vediamo di analizzare reparto per reparto e scoprire quel poco che ha funzionato e cosa invece non è andato per il verso giusto. Chiudiamo l’analisi col reparto di attacco.

Alzi la mano chi pensava che per l’ennesimo anno il Torino avrebbe fatto fatica a segnare come negli anni precedenti dopo gli acquisti di Amoruso, attaccante con ottima tecnica e freddo sotto porta e del suo “gemello” Bianchi, attaccante dotato di un tiro potente e forte nel gioco aereo, che insieme avevano segnato 35 reti due anni fa nella Reggina.Una coppia di attaccanti che pur avendo iniziato il campionato con il piede giusto si è presto smarrita, complice qualche gol regolare annullato di troppo, fornendo via via prestazioni sempre più deludenti sia dal punto di vista tecnico tattico ma soprattutto da quello agonistico. Se a questo aggiungiamo il perdurare del periodo no di Rosina, vittima anche di un infortunio, ecco che il famoso trio d’attacco che doveva portare il Toro ad almeno una salvezza tranquilla è diventato un peso che la squadra non poteva più sostenere; obbligando così GDB a cancellare tre mesi di lavoro e riproporre un più difensivo 442.

Il rendimento degli attaccanti però non mutava, Stellone e Abbruscato (poi infortunatosi anche lui) sul campo dimostravano a tratti di poter far meglio dei due ex reggini, ma tutti sanno che se anche giocassero sempre al loro 100% questa coppia non sarebbe sufficiente per garantire una salvezza tranquilla a nessuna squadra in serie A.Purtroppo non si è potuta utilizzare la freschezza di Malonga che si è infortunato in occasione della partita di coppa contro il Livorno e GDB prima e WAN poi hanno dovuto ricorrere in spezzoni di partita addirittura a Ventola che non li ha mai ripagati della fiducia a lui accordata, davvero una involuzione paurosa e veloce dell’attaccante barese che solo pochi anni prima era stato autore di 21 reti con l’Atalanta tra A e B in poco più di 60 partite giocate.Un alibi che si può portare a parziale giustificazione è che l’attacco del Toro ha dovuto tener conto di infortuni vari che tra degenze e ripristino della condizione hanno privato gli allenatori di alternative fornendo loro scelte spesso obbligate.

In tanti a questo punto si sono chiesti il perché da un po’di anni a questa parte gli attaccanti a Torino non ripetono quanto fatto di buono nelle squadre precedenti; e mentre i tifosi granata si interrogavano senza darsi risposta ecco che Di Michele iniziava col botto la sua stagione al West Ham (un fuoco di paglia il suo) e Bjelanovic in B con il Vicenza segnava con una buona frequenza.A tal proposito io penso che i due ex reggini abbiano subito troppo il peso della responsabilità, rendendo meno di quanto ci si aspettava, mentre gli altri hanno fatto vedere quanto già espresso lo scorso anno con pregi e difetti che non sono mutati.

I rendimenti dei tre quotidiani sportivi a tal proposito parlano chiaro:Stellone 5,979; Amoruso 5,894; Ventola 5,875; Rosina 5,800; Abbruscato 5,772; Bianchi 5,375