Tra gli argomenti portati dalla Lazio davanti alla Corte Sportiva d’Appello, stando a quanto riportato dal Corriere dello Sport, ci sarebbe anche il caso Svizzera-Ucraina. La gara dello scorso novembre, valida per la fase a gironi della Nations League, non fu disputata per il focolaio Covid che colpì gli ospiti. Epilogo? La Uefa assegnò il 3-0 a tavolino in favore della Svizzera (confermato poi in tutti i gradi di giudizio). Ma c’è un’importante differenza tra il caso appena citato e quello relativo a Lazio-Torino, in programma lo scorso 2 marzo e come noto mai disputata.
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Lazio-Torino come Svizzera-Ucraina? Ecco perché il confronto non regge
Tra gli argomenti del club biancoceleste c'è anche un precedente di Nations League, ma il protocollo italiano parla chiaro e lascia l'ultima parola alle autorità sanitarie
PROTOCOLLO UEFA - La prima e grande differenza è il protocollo. La Lazio starebbe infatti paragonando due gare soggette a differenti protocolli, quello Uefa per le gare nazionali e quello Figc per il campionato italiano. Detto questo, andando nel dettaglio, emergono alcune differenze significative. La Uefa prevede infatti tre casistiche differenti:
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CAMPIONATO ITALIANO - In Italia è però in vigore un differente protocollo, per certi versi simile a quello Uefa, ma con una fondamentale differenza. Per quanto riguarda il campionato italiano, si specifica infatti che, le disposizioni dettate, sono valide “salvo quanto disposto dall’autorità sanitaria”. E nel caso specifico di Lazio-Torino, le disposizioni dell’Asl di Torino erano molto chiare e prevedevano che i granata non potessero trasferirsi a Roma. La maggiore severità del protocollo Uefa è dettata anche dalla difficoltà di rinviare e recuperare gare tra nazionali, che possono sfidarsi solamente durante le finestre stabilite con largo anticipo. Per la Serie A il discorso è invece diverso: il protocollo è chiaro e lascia l’ultima parola alle autorità sanitarie. Ed il precedente relativo a Juventus-Napoli ne è la chiara dimostrazione.
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