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Le armi dell’avversario: Antonio Di Natale

Redazione Toro News

Se si incontrano Torino e Udinese, è difficile parlare di qualche possibile osservato speciale. L’Udinese è un’ottima squadra, gioca un buon calcio, e nella coralità ha una delle sue armi migliori. È su...

Se si incontrano Torino e Udinese, è difficile parlare di qualche possibile osservato speciale. L’Udinese è un’ottima squadra, gioca un buon calcio, e nella coralità ha una delle sue armi migliori. È su questo che il centrocampo e la difesa granata avranno da lavorare.

Ma se si parla dei bianconeri, allora non è complicato indicare un faro a cui tutta la squadra fa riferimento, e ovviamente in questo caso si parla di Antonio Di Natale.

Sebbene i più continuino a essere scettici nei confronti di questo giocatore, i numeri e le giocate concrete sul campo, comprese le numerose in maglia azzurra, forse dicono qualcos’altro.

Ma partiamo dall’inizio.

Antonio Di Natale ha compiuto trent’anni il 13 ottobre scorso. Nato a Napoli, cresce nel vivaio dell’Empoli, ma le sue prime uscite con i toscani non convincono. Allora la sua gavetta comincia dall’Iperzola (3 gol in33 partite), continua con il Varese (4 partite, zero gol), e infine arriva a Viareggio, dove realizza 12 gol in 25 match convincendo l’Empoli a riscattarlo.

A Empoli Totò giocherà 5 stagioni, 3 in B e 2 in A, diventando il beniamino dei tifosi e l’asse portante della squadra.In azzurro segna 49 gol in 158 presenze.

Dalla stagione 2004/2005 Di Natale veste la casacca bianconera. Nel primo anno si va a posizionare vicino a Di Michele e Iaquinta guidando l’Udinese al quarto posto in classifica e permettendole l’accesso ai preliminari di Champions. Di Natale è ormai l’idolo anche dei tifosi fiurlani, e nell’anno 2005/2006 riesce a centrare un curioso record: è l’unico giocatore italiano ad aver segnato almeno un gol in campionato, Coppa Italia, Coppa Uefa e Champions League.

A questo punto si apre anche per lui il capitolo nazionale. Il suo esordio è datato 20 novembre 2002, in occasione di Italia-Turchia, finita 1 a 1. Ma sarà Donadoni considerarlo un giocatore indispensabile per gli azzurri, e lo schiererà titolare in più occasioni. Di Natale, anche in partite non brillanti, riesca lo stesso ad essere incisivo a modo suo, e il suo miglior biglietto da visita può essere considerato l’incontro di qualificazione agli Europei contro l’Ucraina, disputato a Kiev il 12 settembre scorso, in cui Di Natale ha messo a segno una doppietta.

Si parlava di scetticismo.

La tecnica di Di Natale forse non convince perché alle volte è latente. Le sue giocate non sono per i fotografi o per lo spettacolo, ma sono pensate per essere quanto più efficaci possibile. Sul dribbling e sul tiro, nulla da dire. Grande anche la sua capacità di adattarsi a ogni ruolo in cui può rendersi utile: fa gol da antologia, con tiri da fuori o ubriacanti serpentine, ma è anche un opportunista, cerca la deviazione sotto porta o il colpo di testa a beffare difesa e portiere. È temibilissimo anche sui calci piazzati, ma guai a considerarlo un giocatore statico: ha nella rapidità un’arma molto importante, grazie anche a un fisico minuto e agile che non perdona le distrazioni degli avversari.