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Le due strisce negative che condizionarono il Toro

Mario Gago

Le statistiche di TN / L'analisi di cosa non ha funzionato nella stagione del Torino: troppi punti persi all'inizio dei due gironi

"A stagione finita e con l'Europa League in tasca - grazie anche all'esclusione dell'ultim'ora del Parma dalla competizione - la stagione del Toro non può che definirsi eccellente, anche se inevitabilmente ci sono stati aspetti che non sono andati per il verso giusto e che in vista della prossima stagione vanno analizzati e corretti in modo che non si ripetano più. E' chiaro che uno di questi è stata la costanza dei risultati.

"Una caratteristica del Toro di Ventura è stata l'altalena di rendimento che durante le 38 giornate si è mossa tra risultati positivi e negativi: un inizio preoccupante, poi nei mesi invernali la migliore striscia positiva degli ultimi 20 anni, un mese di marzo di nuovo da dimenticare e infine un finale di stagione con 8 risultati utili consecutivi senza sconfitte. Una montagna russa che ha concesso ai granata di avere regolarità soltanto in alcuni periodi della stagione.

"Ecco qui l'evoluzione in classifica del Toro durante l'anno:

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"DUE MOMENTI DA DIMENTICARE - Sono due i mesi durante i quali mister Ventura non è riuscito ad avere i suoi ragazzi nelle migliori condizioni di forma: ottobre e marzo, periodi che hanno fatto perdere punti importantisimi al Torino e che, chi sa, avrebbero potuto portare i granata in posizione più favorevole in classifica e addirittura non cominciare la stagione il 31 luglio, trasformandola di fatto nella squadra italiana che incomincerà prima il lavoro estivo. Però il periodo più negativo in assoluto della stagione è sto il mese di ottobre: 4 partite giocato e solo 3 punti raccolti su 12 disponibili. Brutto bottino soprattutto se si aggiungono i risultati di settembre e novembre, non particolarmente positivi, che hanno dato vita ad una striscia negativa totale di 8 gare senza vittorie, conquistando 5 punti su 24 possibili. Era il momento in cui la difesa doveva ancora trovare la quadra, con tanti rigori fischiati contro, ma un dato era molto positivo: solo la squadra di Venaria, tra le big, riusciva a vincere all'Olimpico - grazie ad un gol in fuorigioco - però nè Mila, nè Inter, nè Roma uscirono da Torino con i 3 punti in tasca.

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"In ogni caso il Toro seppe come rinascere dopo la sconfitta in Sardegna, nata da due calci di punizione di Conti: buoni risultati uniti al bel gioco della squadra portarono all'ombra della Mole 4 vittorie e un pareggio che lanciarono i granata alle porte della zona Europa. E passato gennaio, quando le sensazioni erano piuttosto positive, ecco che accadeva il misfatto: perso un altro derby con molte polemiche arbitrali, il Torino accusava il colpo e metteva in fila 4 sconfitte, intervallate dalla sola vittoria contro il Livorno grazie ad una tripletta dell'ormai ex granata Ciro Immobile.

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"Il dato più preoccupante di quella striscia negativa fu la sterilità in zona gol: né Alessio Cerci, né lo stesso Immobile, né alcun altro giocatore furono in grado di segnare per quattro partite consecutive. Evidentemente le polveri dell'attacco granata erano bagnate... I gol sono però poi tornati e alla fine il Torino è riuscito a concludere una stagione indimenticabile, conquistando l'Europa League per la prossima stagione e permettendo ai tifosi di sognare la "vendetta" postuma contro l'Ajax, ritornando ad Amsterdam. Per fare tutto questo, però, non bisgona dimenticarsi che i traguardi si sono raggiunti con una premessa chiara: si ragiona di partita in partita.