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Le operazioni di mercato del Torino: tre riflessioni su Marcus Holmgren Pedersen

Simone Napoli

Il Torino senza Bellanova perde un valore aggiunto enorme in zona offensiva e allo stesso tempo anche un giocatore prezioso in quello difensiva grazie al suo lavoro nelle due fasi e alla sua rapidità di gamba. Il lavoro che Juric ha fatto con l'ex Milan, Cagliari e Inter è stato eccezionale, ha forgiato e rilanciato un talento che dopo l'esperienza in Francia al Bordeaux si stava perdendo, ha fatto di Bellanova uno dei punti di forza del Torino: primo per assist (7), per passaggi chiave (52), per dribbling riusciti (42) e primo per presenze insieme a Zapata (37) dimostrando la sua essenzialità nel gioco granata. Proprio l'asse Bellanova per Zapata era diventato uno dei più prolifici del campionato, un circolo virtuoso che lo scorso campionato ha fatto esultare i granata per 5 volte. Anche nella prima gara di campionato contro il Milan a San Siro il Torino ha dimostrato la sua pericolosità sulla corsia destra con Bellanova che ha colpito il palo di testa appena prima che Thiaw facesse autogol. Adesso con Pedersen - o meglio, senza Bellanova - questa garanzia non ci sarà più. E inevitabilmente questa eredità così pesante è la prima riflessione indiretta che bisogna fare su Pedersen.

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