IL TEMA

Le operazioni di mercato del Torino: tre riflessioni su Matteo Lovato

Simone Napoli

Prepotenza fisica, piedi buoni e arcigno in marcatura. Queste le caratteristiche che hanno fin da sempre contraddistinto Matteo Lovato, difensore cresciuto tra Genoa e Padova, che nel 2020 hanno attirato le attenzioni dell’allora Hellas...

Prepotenza fisica, piedi buoni e arcigno in marcatura. Queste le caratteristiche che hanno fin da sempre contraddistinto Matteo Lovato, difensore cresciuto tra Genoa e Padova, che nel 2020 hanno attirato le attenzioni dell'allora Hellas Verona di Ivan Juric. Con il tecnico croato il classe 2000 nativo di Monselice è cresciuto esponenzialmente attirando le attenzioni delle big del nostro campionato. Una carriera in rampa di lancio falcidiata da continui infortuni che ne hanno frenato la crescita, ma ora Lovato, arrivato al penultimo giorno della finestra invernale di calciomercato, cerca il suo riscatto con la maglia granata sulle spalle.

Fattore Juric

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"Con il mister ho parlato, ho avuto la possibilità di avere un dialogo sincero, abbiamo parlato dei progetti e del futuro, sono contento di essere qui e di poter di nuovo lavorare con lui. Mi sento di non aver completato il percorso con lui, ora ho la possibilità di fare quegli step che mi mancano".

Queste le prime parole di Lovato appena atterrato a Torino dopo il suo approdo dalla Salernitana. Non è un mistero che la presenza di Juric abbia avuto un ruolo fondamentale nel portare il difensore in granata: i due avevano lavorato assieme ai tempi dell'Hellas Verona dal gennaio 2020 al luglio 2021, quando Lovato venne acquistato dall'Atalanta dopo un processo di crescita dirompente al centro della difesa a tre di Juric, unico vero allenatore in grado di riuscire a tirare fuori il massimo dal classe 2000. Assieme al tecnico croato Lovato può ritrovare se stesso e un riscatto personale dopo che molti lo davano per finito anche per via dei troppi infortuni.

Roccioso in marcatura e senza paura

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188 centimetri di altezza, spalle larghe, e gambe veloci, tutte caratteristiche da difensore completo ora al servizio del Torino. Arretrato da attaccante a difensore centrale, come ha affermato lui stesso nel corso della presentazione, Lovato si è fin da subito distinto per la sua duttilità, il suo temperamento - 14 cartellini gialli rimediati in Serie A - per la sua bravura e attenzione in marcatura e la per sua spiccata personalità:

"È difficile da saltare. Come detto, ha personalità e ha un ottimo portamento in campo. Ai primissimi allenamenti a Padova colpì tutti perché non aveva paura di nulla a livello di contrasti e di impatti", ha dichiarato in esclusiva a TNCarlo Sabatini, lo scopritore di Lovato (LEGGI QUI L'INTERVISTA COMPLETA)

Piedi buoni, un regista in più per Juric

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Fin dai suoi primi palloni toccati con la maglia del Torino durante l'esordio contro la Salernitana, ha colpito la sua calma olimpica nel gestione del pallone, anche in porzioni di campo in cui la palla scotta di più. La sua padronanza tecnica e visione di gioco sono figlie della sua carriera da ex attaccante e possono dare una soluzione in più alla squadra di Juric:

"Non ha paura di verticalizzare e di prendersi delle responsabilità in fase di impostazione. Tutte queste caratteristiche piacciono e non poco a Ivan Juric" ha anche aggiunto Carlo Sabatini.

In assenza di Buongiorno e con la prova opaca di Sazonov, probabilmente sarà lui a dirigere la retroguardia granata, e quando il leader azzurro rientrerà, Lovato potrà tornare nella posizione di braccetto destro in cui si è espresso al meglio.


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