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Le operazioni di mercato del Torino: tre riflessioni su Rolando Mandragora

Andrea Calderoni

 UDINE, ITALY - FEBRUARY 16: Rolando Mandragora of Udinese Calcio competes for the ball with Darko Lazovic of Hellas Verona during the Serie A match between Udinese Calcio and Hellas Verona at Stadio Friuli on February 16, 2020 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

"Mandragora era una prima scelta di Nicola, proprio come Sanabria. Dal punto di vista tattico, proprio come da quello economico, l'operazione del Torino è promossa. Si è parlato a più riprese in questa stagione, e anche in quella passata, della cronica assenza di qualità nel centrocampo granata. Il Torino di Moreno Longo prima, di Marco Giampaolo nel mezzo e di Nicola ora aveva bisogno come il pane di un centrocampista in grado di dare del "tu" al pallone. Con Mandragora è stato preso un centrocampista educato di piedi, un centrocampista capace di adattarsi volendo al ruolo di regista davanti alla difesa, sgravando finalmente dall'incombenza Tomas Rincon. La duttilità è una delle caratteristiche principali di Mandragora e dunque non avrà difficoltà a trovare spazio nella mediana granata. Nicola lo conosce molto bene e sa come valorizzarlo nel migliore dei modi. Comunque, l'arrivo di un centrocampista di qualità rappresenta già di per sè una notizia sotto la Mole, dove da troppo tempo si reclama un'assenza atavica di qualità nella cintola centrale.

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