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- Redazione TORONEWS
Nella giornata odierna Luigi De Siervo, a.d. della Lega Serie A, è intervenuto a "La Politica nel Pallone" su Rai Gr Parlamento rilasciando alcuni commenti relativi alla prossima stagione.
IL CALENDARIO - Intanto è arrivata una conferma, che riguarda l'adozione del calendario asimmetrico anche per la prossima stagione: "Verrà riproposto - ha confermato De Siervo - E' uno strumento che consente maggiore elasticità nella riproposizione del calendario, tanto più sarà necessario l'anno prossimo dove ci sarà un Mondiale invernale e quindi saranno compresse le sfide delle coppe europee. Ci permette di inserire partite interessanti in ogni weekend".
IL NUMERO DI SQUADRE - Un altro tema toccato da De Siervo è quello del numero di squadre a cui è garantito l'accesso e la permanenza in Serie A. L'a.d. si è espresso su un campionato a 18 squadre, sostenendo come non sia un tabù e come continui ad essere un argomento di discussione, ma allo stesso sottolineando che si tratta di una strada non percorribile: "Sarebbe un terremoto - spiega - Io dico solo che le riforme si fanno insieme. Noi non siamo contrari, lo stiamo dimostrando con i fatti, ma la scelta di passare da 20 squadre a 18 sarebbe sanguinosa. Non è un tabù, ne stiamo parlando comunque, ma bisogna essere attenti perché significherebbe avere 76 partite in meno, oltre il 20% del prodotto e oggi non siamo in grado di ridurre i nostri ricavi perché la struttura dei costi delle società è rigida. È un processo che può essere affrontato ma tutti devono fare la propria parte, a partire dai calciatori che da lavoratori privilegiati si sono comportati male in questi anni. I giocatori fanno parte del sistema, siedono in Consiglio federale e devono fare la propria parte, mentre in questi anni gli imprenditori hanno perso molto e loro nulla. Questo non è giusto".
LA PIRATERIA - Infine, un commento trasversale sulla pirateria: "Dobbiamo fare tutti la nostra parte. Quando sentiamo persone che parlano del pezzotto e di modi illegali di vedere le partite, bisogna chiedere loro di smettere. La pirateria sottrae al calcio italiano oltre 300 milioni l'anno, risorse che verrebbero riservate sui nostri club. Deve finire questo triste primato degli italiani che sono sempre più furbi degli altri: in realtà siamo un paese di scrocconi, una cosa inaccettabile dal punto di vista civile".
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