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Juric pre Torino-Bologna: “Decimo posto e Superga, ecco cosa penso”
La realtà Torino tra squadra e società merita il decimo posto? E’ la collocazione giusta? Quanto incide quello che sta attorno al risultato del campo? “Come ho detto, sono punti di vista. In altri posti, il decimo posto è un risultato eccellente. Vedo squadre che hanno investito di più e hanno strutture migliori che possono retrocedere. In questo senso, il decimo posto è un ottimo risultato. Se invece si guarda alla storia del Toro, alle aspettative dei tifosi, allora il Torino deve avere obiettivo diverso, deve lavorare per fare meglio del decimo posto per avere un senso calcistico, per dare gioia ed emotività alla piazza. Anche se nel nostro mondo è difficile a livello economico. Insomma, il decimo posto da una parte lo vedo come un grande lavoro sempre se ci arriviamo, ma dall’altra parte non è gioia vera”.
La sensazione è che queste siano le nostre ultime conferenze stampa assieme…“Vi mancherò? (sorridendo)”
Quale può essere il rammarico?“Abbiamo preso tante buone decisioni, anzi tantissime, altrimenti non si passa dalla situazione di tre anni fa alla situazione comoda e positiva di oggi, con tanti giovani interessanti. All’interno, poi, ci sono stati anche degli errori fatti, come in ogni lavoro. Guardando indietro, lo capisco”.
E il rapporto con la piazza? “Ora penso di averla capita anche se è un popolo complesso. Nel senso che non siete normali, non vedete le cose o bianco o nero. Bisogna capire certe reazioni che all’inizio magari non capisci perché non fanno parte del tuo bagaglio o del tuo modo di pensare. C’è una complessità enorme. Ho iniziato a capire, ho degli amici veri che sono del Toro, e ogni tanto gli dico che voi non siete normali. Però è giusto, bisogna essere esigenti, non accontentarsi, spingere. Poi ci sono modi e modi. Alcuni modi per me non sono giusti”.
Il grande rimpianto sono le pochi reti segnate? “Farei come diceva un vecchio mio allenatore, che guardava alle reti segnate da ogni giocatore e da lì faceva le decisioni. Non darei più fiducia a certi giocatori che hanno segnato poco pensando che le cose sarebbero potute cambiare. Se uno ha sempre segnato pochi gol, ci sarà un motivo. Quindi starei più attento".
Che consiglio daresti al Torino per crescere in futuro?“Non lo so. Saranno loro a capire, il presidente è ambizioso. La mia idea sarebbe quella di tenere tutti, o almeno quelli che ritieni che sono forti, e poi ne aggiungerei tre-quattro forti, per cercare di ottenere ancora di più. Altrimenti li vendi tutti e riparti dall’inizio. Una cosa o l’altra, farei bianco o nero, non una via di mezzo”.
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