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Juric pre Torino-Empoli: “C’è potenzialità, è il più bel momento da allenatore”
Vigilia della nona giornata di campionato per il Toro che domani - domenica 9 ottobre - ospiterà l'Empoli nell'anticipo delle 12.30. Come di consueto, Ivan Juric presenta la partita in conferenza stampa: siamo collegati in diretta dallo stadio Olimpico Grande Torino.
13.40 - Si attende l'arrivo del tecnico
13.52 - Via alle domande
Dopo tre sconfitte c’è la sensazione che sia un piccolo snodo. Ha la stessa percezione?
“No, non ho questa percezione così grave. Il campionato è appena cominciato, la partita l'abbiamo preparata come al solito contro una squadra che da anni gioca lo stesso calcio. Sono una società che da anni si conferma nel suo modo di vedere il calcio. Sarà una partita difficilissima perché stanno facendo molto bene”.
È una partita con un peso specifico particolare?
“Sicuramente la vittoria e i punti aiutano e bisogna farli sempre. E' un gruppo che per certe caratteristiche è cambiato, adesso sono molto curioso perché anche a Napoli ho visto tante bellissime cose. Sono curioso di capire che strada prenderemo, adesso siamo in una zona grigia per cui non siamo né una cosa né l'altra. Adesso bisogna crescere in un certo livello, eliminando i difetti che possiamo avere. Tutto poi passa dal gol che prendiamo all'ultimo minuto e la viviamo così, ma a Napoli ho visto tante cose belle oltre ad errori gravi per cui siamo stati puniti”.
Come stanno gli infortunati che rientrano?
“Ricci, Vojvoda e Pellegri hanno fatto quasi la settimana completa, sono tutti a disposizione e dobbiamo decidere se possono giocare dall’inizio o meno”.
Quale differenza c'è tra avere lei o Paro in panchina?
"E' lo stesso, vive le cose come me anche se non le esprime. Siamo come marito e moglie, stiamo sempre insieme. Quando c'è una partita non c'entra l'allenatore, la squadra sa cosa deve fare".
Sanabria ha lanciato un bel segnale a Napoli: che cosa si aspetta domani?
“Lui ha una costanza, ha una media gol costante e fa giocare bene la squadra. Nella sua carriera è stato costante, le sue caratteristiche sono chiare: ti fa giocare bene e partecipa molto nel gioco. Lui non avrà mai lo scatto di Pellegri o la forza di Belotti, ma dentro l’area di rigore può fare ancora di più e la sua media gol può essere più alta”.
Come procede l'inserimento di Schuurs?
"A me piace da morire, questo è arrivato e ha una mentalità pazzesca e voglia di migliorarsi e di fare. Ci sono cose che fa veramente bene ed altre in cui deve migliorare tantissimo, ma tanto. Ci stiamo lavorando come pazzi, individualmente e sui video. Io sono convinto che abbia delle caratteristiche fantastiche: il piede, la visione del gioco, la velocità nel lungo sono cose che ha di suo. Poi ce ne sono tante altre che deve migliorare per diventare un difensore importante. Adesso ci lavoriamo con grande piacere e mi auguro che quello rimanga e che ci aggiunga l'anticipo, il lavoro di gamba, che non stia dietro l'attaccante e che diventi un difensore importante".
Ricci si può considerare indispensabile?
"Non so se tornerà dal primo minuto, ma Linetty ha fatto veramente bene in questo periodo. Lukic è completo e deve tornare ancora al livello dello scorso anno, poi c'era Pobega che in certe partite era indispensabile. Ricci in una partita di possesso e dominio è tanta roba. Quando arriva una partita tosta ne gioca un altro, oggi non ho quella caratteristica e non posso mettere uno tosto quando giochi a Milano o Napoli. Ricci quando sta bene lega, ti fa respirare, comincia ad essere più tosto e ha messo cinque chili di muscoli. Anche lui sta diventando un centrocampista completo".
Meglio giocare con Miranchuk o la coppia Vlasic-Radonjic dà più garanzie dall'inizio?
"Sono entrambe opzioni, hanno caratteristiche diverse e deciderò domani quale strada prendere. Abbiamo anche Karamoh e Pellegri che iniziano a stare bene e abbiamo anche dei cambi".
Come valuta il momento degli esterni e come sceglie sulle corsie?
"Secondo me possiamo fare meglio. Lazaro ha preso ritmo ma deve crescere. Vojvoda purtroppo ha avuto il problema dell'infortunio. Aina e Singo fanno cose che mi piacciono ed altre che mi piacciono meno. Scelgo in base a quello che vedo in allenamento".
Che cosa si deve inventare?
"Lo spirito e l'anima non ce lo hanno tolto. Questi ragazzi hanno una voglia di imparare unica. Mi danno grandi soddisfazioni in senso di miglioramento. La squadra è diversa rispetto all'anno scorso, però io vedo che anche io devo nascondere quello che perdo e trovare il miglior modo per esaltare il gruppo. Devo fare una squadra vincente in un altro modo. Devo essere bravo a cercare le soluzioni quando le cose non si incastrano. Certe cose che prima erano vincenti per la squadra adesso diventano perdenti e bisogna riconsiderare certe spiegazioni".
Che tempi si è dato per crescere?
"L'anno scorso eravamo tosti. Adesso siamo un po' tosti ma a tratti. Dall'altra parte vedo movimenti ed azioni ma ci manca quell'ultimo pezzo. Adesso se aumento quella qualità che mi basta per fare un passo in avanti... Per essere più forte rimani come sei e aggiungi tre pezzi e diventi coma Atalanta e Fiorentina. Adesso abbiamo delle incognite. In attacco abbiamo perso Praet, Brekalo, Belotti e Pjaca e li abbiamo sostituiti con Miranchuk, Vlasic, Radonjic: la mia sensazione è che in certi momenti possiamo fare anche meglio dell'anno scorso. Dietro Bremer è un fuoriclasse e ho perso, in mezzo ho perso. Senza Pobega rubo dieci palloni in meno, ma quel lancio lungo lo faccio giusto sette volte e non tre con Ricci. Ho la potenzialità, è il più bel momento per me perché sono curioso di vedere dove possiamo arrivare".
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