Le Voci

Juric pre Juventus-Torino: “Mi aspettavo di più, non c’è il fanatismo che vorrei”

In settimana Cairo ha parlato molto bene di lei, dicendo di essere pronto a firmare un altro contratto.

I contratti sono una garanzia per l’allenatore, nel senso che se ti esonerano sei comunque tranquillo. Per il resto io vivo di emozioni. Lui è bravo con me, la libertà e la stima la percepisco sempre, anche nei momenti bui non mi ha mai fatto domande scomode. Noi nella mia testa stiamo costruendo un palazzo. Nella mia testa devo sentire che ci siamo. In questo momento però siamo tutti consapevoli che ci aspettavamo di più, in termini di fluidità, di riconoscibilità di gioco, di giocatori mentalmente diversi. Mi rendo conto che ho sbagliato i calcoli su tante cose e devo fare riflessioni su come ripartire forte, perché cose che ritenevo a posto si sono rivelate non a posto”.

Quale è stato l’errore?

Ho sbagliato nella valutazione di certe situazioni. Compresa la situazione degli infortuni, vedi Djidji e Zima, ma anche Soppy, che si è fatto male dove si era già fatto male a Bergamo rimanendo fermo tre mesi. A volte le cose possono andare bene o male, a noi sono andate tutte male. Poi ci sono altre cose che pensavo di avere saldamente in mano, invece devo fare tre passi indietro e riprenderle”.

Tutte le dichiarazioni di Cairo politicamente perfette e mai divisive le ha sentite?

Fin troppo perfette… In questo momento, se guardiamo le partite nostre, ci aspettavamo qualcosa di più. Tutti quanti. Io per primo, da certi giocatori. Magari un presidente delle volte ti chiama e ti chiede spiegazioni, anche solo per curiosità, come fate voi. Lui devo dire che non mi chiama. Non mi chiede nulla e per me è fantastico”.

In un’altra intervista di oggi, dice invece che potreste parlarvi di più, che potrebbe avere cose utili da dirle.

Sicuramente è una persona che può aiutarti in certe situazioni, ma io percepisco che nel mio lavoro non essere chiamato vuol dire avere fiducia”.

Non pensa che il contratto in scadenza sia una situazione che la penalizza?

Può essere, ma mi auguro di no. Non credo che sia questo, però. Credo ci sia un gruppo di venti giocatori con tante situazioni. Questa cosa non influisce tanto, influisce di più come sei”.

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