Quali corde sta toccando nel gruppo per mantenere alta la motivazione? “Quando entro in un club, quello che faccio è capire cosa rappresenta questo club. Quando cerco di dare un’identità alla squadra, provo ad avvicinarmi a dei valori. Il Torino mi piace perché rispecchia anche i miei valori. Si può sbagliare un passaggio, si può migliorare tecnicamente, ma bisogna crescere e diventare migliori. Bisogna capire come si deve arrivare a vincere. Questo si fa attraverso il sacrificio quotidiano, il lavoro. La mentalità non si compra al mercato ma avviene attraverso un processo di organizzazione e sacrificio”.
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Perchè ha scelto di recarsi subito a Superga? "Io sono stato un ex giocatore. Quando ho iniziato a fare questo lavoro, tutti mi parlavano del Grande Torino e di questo posto così magico. Quando vado a lavorare in un club, voglio capirne la storia, quindi la prima cosa che ho chiesto era quella di andare, insieme al mio staff, a capire cosa voleva dire Superga. Devo dire che, quando sono arrivato in quel posto, mi ha trasferito una sensazione incredibile, con la fortuna di avere anche un addetto stampa che mi ha raccontato per filo e per segno tanti aneddoti. Questo mi ha dato carica e ispirazione, ho capito quello che ho la fortuna di rappresentare. La scelta di Torino è sicuramente anche per questo, oltre che per la capacità del presidente e del direttore di farmi sentire importante. Quando parli di Toro, è qualcosa di magico. La storia non bisogna mai dimenticarla, per me è motivo di orgoglio".
Cosa manca per trasferire ancora la sua idea?“Servono tempo e c’è un discorso qualitativo. Mi riferisco anche al fatto di capire cosa fare quando si ha il pallone tra i piedi. Penso che qualche tifoso si sia amareggiato per qualche allenamento iniziato in ritardo. Ma è solo perché certe volte usiamo il tempo per guardare dei video. Una cosa che secondo me è importante per far capire ai giocatori che certe volte pensano di fare delle cose giuste, e invece non le fanno. La tecnologia bisogna sfruttarla, chiedo scusa ai tifosi per averli fatti aspettare, ma penso che oggi questo processo per me sia molto importante”.
Come gestirà il rapporto con i tifosi, in riferimento anche alle porte aperte al Filadelfia? "Ringrazio i tifosi per come mi hanno accolto, è stato fantastico. Il Filadelfia è la storia, è un onore allenarci lì e so cosa vuol dire. In prospettiva penso di regalare ai tifosi qualche opportunità per vedere gli allenamenti. Non posso promettere di farlo con con continuità, ma sicuramente è una cosa che sarà fatta, perchè i giocatori devono capire quanto è importante il supporto dei tifosi".
Sul mercato, lei indica dei profili o chiede direttamente dei nomi? "Io parlo di caratteristiche e di profili. Poi sono in una società evoluta e aggiornata, il direttore ha dei profili che valuta avendo presenti quelle caratteristiche. Parliamo di questi profili insieme e poi è chiaro che se tra questi c'è qualcuno che conosco, indico la preferenza. Perchè è importante conoscere umanamente i giocatori che si scelgono. Il presupposto per arrivare in alto è la professionalità".
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