La base di partenza che modulo sarà? "Colgo l'occasione per precisare una cosa. Ultimamente sono passato per allenatore che predilige la difesa a tre, ma io sono nato con la difesa a quattro. In ogni caso l'intelligenza di un allenatore è mettere i giocatori nelle condizioni di rendere al meglio. A Vercelli sono partito col 4-3-3, ma poi si è infortunato il miglior attaccante esterno che era Vajushi. Allora ho ritenuto più conveniente passare al 3-5-2. Abbiamo ottenuto una buona salvezza e poi è capitata la possibilità di andare a Frosinone dove c'era una squadra costruita per il 3-5-2 del tecnico Marino. Ma il mercato mi regalò Ciano, Dionisi e Ciofani e allora il modulo fu il 3-4-1-2. Quindi, per riassumere, il modo più giusto per fare calcio è basarsi sulle caratteristiche della squadra. Questo Toro è ovviamente stato costruito per giocare con la difesa a tre. Poi magari ci sono alcuni giocatori che potrebbero adattarsi anche alla difesa a quattro, come De Silvestri e Ansaldi. Però, di base, questa è una squadra costruita per giocare con la difesa a tre".
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Quanto è difficile subentrare rispetto alla possibilità di iniziare una stagione dall'estate? "Bisogna avere, in queste situazioni, il dono della sintesi: puntare su alcuni concetti chiari e forti. Ad esempio questa settimana abbiamo quattro giorni per preparare una partita importante. E' chiaro che non possiamo puntare a riempire di cose la testa dei giocatori ma puntare su alcuni concetti chiari e definiti".
La squadra ha faticato a produrre gioco offensivo: solo diciannovesimi per tiri in porta. "Ho le mie idee su come intervenire, ovviamente cercheremo di dare un imprinting della nostra filosofia. Ogni allenatore porta il proprio metodo, quindi cercheremo di apportare delle modifiche".
Quanto è stato lungo questo anno lontano dai campi? "Sicuramente lungo perchè è stato il primo, ho lavorato per dodici anni ininterrotti, compresi gli anni delle giovanili. E' stato un anno particolare che ho cercato di sfruttare nel migliore dei modi, puntando ad arricchire il bagaglio personale. Ringrazio tutte le persone che hanno cercato di darmi opportunità lavorative che per svariati motivi non sono andate a buon fine; aspettavo però una possibilità che mi desse le giuste sensazioni, il giusto entusiasmo, presupposto fondamentale per poterlo poi trasmettere ai giocatori".
Che effetto farà tornare da allenatore del Torino al Filadelfia e al Grande Torino? "E' sempre stata un'idea ricorrente, in parte forse me lo sentivo che prima o poi sarebbe accaduto. Sicuramente sarà una grande emozione ma bisognerà essere distaccati perchè è lavoro. E dobbiamo fare delle cose importanti".
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