""La squadra sta lavorando bene: poi è chiaro che nessuno ha la bacchetta magica e non si possono cancellare cinque anni di lavoro in un mese e mezzo. Cambiare mentalità e modo di giocare non è facile: da parte mia ci vuole pazienza e da parte dei giocatori ci vuole tanta applicazione. Abbiamo due tipi di principi, quello morali e quelli di gioco. Quelli morali sono quelli propri del Torino: la squadra deve lottare sempre per novanta minuti, senza tradire ciò che la storia di questa maglia ci impone. Quelli di gioco sono quelli che stiamo provando e riprovando da più di un mese e che cercheremo di mettere in pratica sin da domani. Per adesso, comunque, sono contento di quello che è stato fatto".
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E' stato deciso il capitano della squadra? "Io non lo so e non è una cosa che mi riguarda. Dovete chiederlo ai calciatori, per me basta che ci siano undici giocatori pronti a scendere in campo". A quel punto subentrano Vives e Moretti: "La fascia di capitano è l'ultimo dei pensieri. Non c'è la necessità di scegliere un leader determinato, perchè siamo un gruppo unito in cui tutti si aiutano l'uno con l'altro".
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