Servirebbero dei leader in più? C'è poca personalità? "Se non ci sono tanti leader, mi hanno insegnato che è l'organizzazione che deve dare personalità. I singoli che fanno la differenza li hanno le grandi squadre come quella che incontriamo domani. La personalità noi la dobbiamo trovare attraverso il gioco per fare qualche cosa. La mentalità invece è quella di andare a cercare oltre qualcosa, di credere, di avere coraggio. Come ci è successo, a volte contro le grandi squadre si ha la mente libera, quello che invece ci è mancato a volte contro le squadre alla nostra portata. A volte penso sia normale che l'ombra di tre anni di lavoro possa tornare. Mi sembra anche umano, lo vedo anche io durante gli allenamenti, ma so benissimo che è un passaggio normale".
LE VOCI
Vanoli pre Inter-Torino: “La difesa a quattro è una possibilità”
Alcuni allenatori pensano che un giocatore non in piena forma va fatto giocare, altri che debba giocare solo se sta al cento per cento della forma, tu come la pensi? “Io tendo ad avere pazienza per mettere un giocatore in forma, ma a volte sei costretto dalle circostanze, come è successo a me con Maripan, ho dovuto farlo giocare perché in quel momento erano fuori sia Coco sia Vojvoda. Come allenatore ho imparato che preferisco perdere un po’ di tempo prima per poi avere un giocatore per tutto il campionato. Penso quindi che un giocatore debba entrare in forma allenandosi, poi a volte non c’è questa possibilità, ma allora c’è il rischio degli infortuni, perché si fa fatica a recuperare”.
Quanto parla con questa squadra? “Tanto, perché li voglio responsabilizzare. Dal primo giorno ho detto loro che non vince Vanoli, ma vince una squadra. Tutte le cose si condividono, poi è normale che un allenatore ha sempre l’ultima parola”.
Che consigli darà a Godinho? “Sull’espulsione dico che la colpa sta nel mezzo. Devo ancora migliorare. Su Lino ho visto che si è tagliato i capelli quindi penso sia pronto per San Siro”.
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