LE VOCI

Vanoli pre Inter-Torino: “La difesa a quattro è una possibilità”

Gianluca Sartori Direttore 

Ha dubbi di formazione o è tutto chiaro?Finchè non si diventa una squadra è bello che i giocatori mi mettano sempre dei dubbi, se non li avessi vorrebbe dire che avremmo solo undici giocatori importanti. Se non hai dei dubbi non puoi fare l’allenatore. Hai sempre dubbi su quello che hai fatto, poi a volte ti vengono bene le scelte iniziali, a volte meno, a volte si azzeccano i cambi… Come avete detto voi, a volte sbaglio le sostituzioni, nessuno è perfetto”.

In questo momento i giocatori sanno già la formazione o la dici sempre all'ultimo? "La formazione ufficiale la do sempre nello spogliatoio prima della partita. Fino ad allora, posso ancora cambiare. La formazione la scrivo all'arrivo negli spogliatoi".

La squadra deve migliorare nello stile di vita quando non è al campo? "Ci sono tanti aspetti da migliorare. Quando si vince, non è solo quello che si fa al campo che ti fa vincere. Per me allenare il Torino è una grandissima esperienza, ci vuole senso di responsabilità e quindi bisogna capire se durante la settimana si è dato il 100%. La domenica è lo specchio di quello che si è fatto in settimana: se ti alleni ai 100 all'ora, lo farai anche in partita, altrimenti non sarà così. Se ci si allena al 50%, quando poi in partita c'è bisogno di andare forte, normalmente ci si fa male. Quindi bisogna abituarsi ad andare ai cento all'ora e questo lo si fa durante la settimana, sia sotto l'aspetto mentale, sia relativamente a quello fisico. Bisogna riconoscere già in settimana cosa è la fatica ed è quello che ci manca, perchè arriviamo al novantesimo che siamo poco lucidi".

Non è troppo tardi, per imparare certe cose, quando si arriva in Serie A? "Io ho imparato a non scommettere su giocatori giovani, perchè quando allenavo le nazionali giovanili ne ho conosciuti tanti forti che poi non sono arrivati in Serie A. La strada di un calciatore è corta, a volte si butta via tempo perchè si cerca un alibi è la cosa più difficile. Njie, ad esempio, potenzialmente è forte, ma io lo devo portare a dimostrare. Tecnicamente ha molte qualità, però dopo c'è la vita. In Serie B mi è successo di averlo fatto capire come le buone, a volte con le cattive, a volte non è servita nessuna delle due cose e ho dovuto dire grazie e arrivederci. E' un aspetto importante soprattutto oggi in un contesto sociale completamente cambiato".

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