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Si è concesso giusti qualche minuto di distrazione Adem Ljajic, fantasista del Torino, per osservare quali sarebbero state le avversarie della Serbia al prossimo Mondiale durante il sorteggio della giornata di ieri. Ovvero, quelle che con ogni probabilità saranno le sue avversarie, visto che l'ultimo, positivo momento con il Torino è coinciso con una nuova posizione di centralità all'interno del progetto del commissario tecnico Muslin.
Ma Ljajic ha un altro tecnico serbo a cui prestare molta attenzione: trattasi di Sinisa Mihajlovic, suo allenatore in granata, che ieri l'ha ripreso in conferenza stampa: "Gli ho detto che può dare qualcosa in più, anche lui potrebbe finire in panchina"le parole del tecnico, il monito di chi non si accontenta dei 3 gol a referto nella primissima parte di campionato e dei numeri che incoronano l'ex Inter in testa a tutti i granata per occasioni create (32, secondo Belotti con 27).
E quindi Ljajic è chiamato ad innalzare ulteriormente il livello delle proprie prestazioni: da quando è tornato ala nel 4-3-3, sicuramente ha potuto giocare meno vicino alla porta - pur con una grande libertà di movimento - ed è risultato meno incisivo, anche se l'indisponenza dello scorso anno è un lontano discorso. Il serbo, oggi, pressa, rincorre e ringhia come piace a tecnico e tifosi.
Se saprà riportare le proprie prestazioni al livello di inizio campionato, il Torino può avere un'arma in più per scardinare difese fisiche come quelle dell'Atalanta. Mihajlovic ha tracciato la via: "Velocità e rapidità", quello che i piedi e la testa di Ljajic contengono ed esprimono quando il fantasista granata sa accendersi. E la speranza è che l'aria di casa sappia permettergli di rendere al meglio. Per fare un passo verso Sinisa e un altro verso i Mondiali.
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