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"È stata una sfida emozionante, una partita combattuta dal primo all'ultimo minuto quella che ha visto protagoniste il Torino di Mihajlovic e l'Inter di Pioli ieri pomeriggio: di fronte alla cornice di pubblico dello Stadio Olimpico Grande Torino si sono fronteggiate due compagini determinate a dare il tutto per tutto ed agguantare i tre punti. Positiva, quindi, la prova offerta nel complesso da tutti i giocatori granata: un'ottima prestazione di squadra che è finalmente tornata a rendere orgogliosa la propria tifoseria ed a dare per davvero del filo da torcere agli avversari sul campo. Con le dovute, ma sporadiche, eccezioni: Adem Ljajic può essere considerato la candidatura principale in questo senso.
"Non si può dire che la prova disputata dall'esterno sia stata ampiamente insufficiente o particolarmente deludente, ma di certo il serbo ancora una volta è ricascato nel solito vizio - che ormai sta diventando un vero e proprio limite e l'ha contraddistinto nel corso dell'intera carriera - della discontinuità: un giocatore estremamente imprevedibile, non soltanto in senso positivo; e la prestazione nel complesso è inferiore a quelle dei compagni, poichè da lui ci si aspetta inevitabilmente sempre qualcosa in più viste le qualità e le assolute potenzialità che possiede. Ma la sfida che doveva vederlo ancora più determinato del solito contro la squadra che in estate aveva deciso di non riscattarlo, si è conclusa nel solito gioco di luci ed ombre: qualche giocata di alta classe, qualche brivido lungo la schiena dei meneghini, qualche passaggio illuminante; sull'altra faccia della medaglia, parecchi palloni persi ed una ancor più netta inconsistenza in fase difensiva.
"Proprio questa mancanza di aggressività ripetuta è stata la causa della scintilla scoppiata verso fine primo tempo con Sinisa Mihajlovic: "Abbiamo discusso perchè non sopporto vedere che un giocatore gli va via facilmente e lui non mette la gamba. So che la fase difensiva non è nelle sue corde, ma la deve fare perchè i compagni si sacrificano e lo deve fare anche lui: perchè qui tutti non mollano nulla e lui deve fare altrettanto" il commento del tecnico a fine partita. Già, il tecnico non poteva non essere coinvolto su Ljajic, visto che il serbo - sostituito nel corso del secondo tempo - è andato dritto negli spogliatoi infastidito. "Mai visto un giocatore contento di uscire. Non ci sono problemi, sono io che ho voluto Ljajic qui e gli voglio bene. Tutto quello che faccio è per il bene suo e del gruppo", così il tecnico serbo ha spento sul nascere il caso. Quel che è certo è che Ljajic, oltre a giocare con più grinta e continuità, dovrebbe avere l'accortezza di evitare screzi con Mihajlovic: l'allenatore che è il suo principale mentore, sempre pronto a dargli una seconda opportunità anche quando molti non lo farebbero.
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