"Alla mia squadra darei un valore di 5, con la possibilità di arrivare a 7 o 8 se lavoriamo bene, siamo tosti e se tutti lavorano bene come gruppo". Vuole tenere i piedi per terra Ivan Juric, che alla vigilia della partita contro la Lazio ha analizzato il valore della rosa a sua disposizione. Un messaggio chiaro, rivolto tanto all'ambiente granata quanto alla squadra stessa: per crescere ed alzare il livello non si potrà fare a meno del duro lavoro.
IL TEMA
Lo Juric-pensiero sul Toro: “Non siamo meglio del mio primo Genoa: ora crescere”
Il tecnico vuole evitare voli pindarici e ribadisce l'importanza del duro lavoro: "Dipende esclusivamente da noi"
CONTINUITÀ - Il concetto espresso dal tecnico è molto chiaro: la vittoria sul campo del Sassuolo è stata decisamente convincente e la strada imboccata dalla squadra è quella giusta, ma il cammino è ancora lungo. Niente voli pindarici, dunque. Il Toro visto a Reggio Emilia è tutta un'altra cosa rispetto a quello delle ultime stagioni, ma solo con la continuità di prestazione e risultati si potrà riacquistare pienamente fiducia. "C'è anche la possibilità di non aver superato appieno gli ultimi due anni: siamo una squadra che può fare molto bene o molto male, dipende da noi" ha tenuto infatti a sottolineare Juric, richiamando all'attenzione il recente passato di una squadra che sta cercando di scrollarsi di dosso le scorie dopo due campionati fallimentari. E il tecnico ha precisato: "Non posso dire che questo sia il miglior gruppo che ho allenato. Il mio primo Genoa era più strutturato e formato". Il riferimento - forse un po' forzato - è alla squadra che nel girone d'andata del 2016-2017 ottenne un buon rendimento mettendo in luce giocatori come Simeone e Laxalt; in difesa Juric poteva contare su Izzo, Burdisso, Gentiletti, Biraschi e Munoz. Poi nel girone di ritorno Juric fu esonerato per poi tornare a fine campionato e salvare la squadra. "Poi in quell'estate vendemmo molti giocatori", ricorda Juric, che iniziò la stagione 2017-2018 al Grifone per poi essere esonerato.
ENTUSIASMO - Intanto attorno alla squadra sta tornando l'entusiasmo della piazza. E così lavorare sarà sicuramente più facile, ma la parola d'ordine resta mantenere i piedi per terra: "Per i giocatori è una cosa bella, sicuramente è meglio ricevere applausi e non fischi - ha spiegato Juric -. Ma non dobbiamo perdere questo modo di essere, dobbiamo confermarci, rimanere concentrati e con i piedi per terra. I giocatori hanno dimostrato di poter fare molto bene o molto male. Dipende esclusivamente da noi, da come affrontiamo le cose partita per partita e allenamento per allenamento". Niente voli pindarici, il valore della squadra dovrà crescere lavorando duramente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA