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Fabio Lupo: “Petrachi? Peccato finisca così, ma Bava è pronto”. E su Millico…

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Esclusiva TN / L'ex direttore sportivo granata, fresco di firma col Venezia, torna a parlare di Toro
Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

Direttore sportivo del Torino dal 2007 al 2008 e da venerdì scorso del Venezia, Fabio Lupo approdò in granata dopo aver fatto molto bene all’Ascoli. Il Torino costruito da lui e dall'allora amministratore delegato Stefano Antonelli visse una stagione travagliata ma alla fine conquistò la salvezza. Poi a fine anno il Torino andò incontro a un cambiamento nei quadri dirigenziali, proprio come oggi, con la partenza di Gianluca Petrachi che chiude un'era importante in seno alla società granata. Lupo, uno che di transizioni societarie se ne intende, torna così a parlare di Toro, club che gli ha lasciato dentro un segno.

Lupo, da direttore sportivo come giudica la questione legata a Petrachi?

"Potrei essere banale e rispondere ‘tra moglie e marito non mettere mai il dito’, d’altronde le cose che sono successe le sanno solo loro. Mi permetto però di dire che è un peccato che un matrimonio così ben consolidato vada a finire così. Penso che se si fossero comunicati meglio le decisioni, il rapporto avrebbe potuto finire meglio. Insieme, Cairo e Petrachi hanno fatto davvero un lavoro straordinario."

Come giudica, invece, Cairo? Da quando ha lavorato con lui è migliorato tanto..

"Cairo è cambiato moltissimo. Non avevo dubbi, è molto intelligente e questo lo dicono i fatti. I suoi interventi sempre mirati, sempre opportuni. Tutto questo non mi stupisce, intellettualmente è una persona veramente straordinaria."

Bava potrebbe andare a sostituire Petrachi, a quali difficoltà va incontro?

"Innanzitutto ci tengo a specificare che nel suo caso penso rappresenti il coronamento di un percorso molto positivo, fatto di gavetta e di ottimi risultati. Chiaro che ci sono delle difficoltà, perché relazionarsi nella quotidianità con un ragazzo di 14 anni o Ansaldi e Belotti è differente. Ma penso abbia fatto il giusto percorso."

Una new entry nella dirigenza sarà Moretti, quanto è fondamentale prepararsi per un calciatore che smette prima del cambiamento?

"La formazione è fondamentale. Un giocatore dopo aver smesso deve avere l’umiltà di voler imparare, di conoscere e di mettersi in discussione. Dopo questo processo, la carriera da giocatore diventa un valore aggiunto. Moretti mi sembra una persona che ha le qualità per diventare un buon dirigente e gli dico fin d’ora che, se il suo ruolo dovesse un giorno essere quello di responsabile del settore giovanile, questo è complicatissimo, deve farsi guidare all'inizio da Bava. Ma sono convinto che con la sua intelligenza possa fare fare molto bene."

In un mercato di grandi cambiamenti per molte squadre della parte sinistra della classifica nell'ultima Serie A, la continuità è un valore che il Torino deve perseguire?

"Assolutamente sì. Penso sia giusto perché il gruppo è già formato su una precisa identità. Corretto partire dalla base e andare a migliorare l'organico con alternative in più; allargare la rosa potrebbe avere un suo valore, perché il gioco di Mazzarri è molto dispendioso. La cosa più importante comunque è la qualità dell’organico, non la quantità. Per questo sposo la scelta di Mazzarri di avere una rosa corta."

L'abbiamo avvistata al "Tardini" per la semifinale playoff Primavera tra Torino e Atalanta, c’è qualche granata che l’ha impressionata?

"A me è piaciuto molto De Angelis, giocatore di dinamismo, anche nei momenti di difficoltà è rimasto attaccato alla partita e mi è piaciuto molto anche Kone. In ottica futura, se fanno il giusto processo, possono ambire alla Serie A. Millico non mi è piaciuto per l’atteggiamento in campo, doveva dare qualcosa in più sotto il punto di vista della disponibilità. Non metto in discussione le qualità tecniche ovviamente, ma quelle mentali sì."

Parliamo infine della sua nuova avventura: a Venezia arriva in un momento rovente.

"Io avevo già accettato di firmare per loro prima della retrocessione. L’obiettivo è quello di tornare subito in Serie B. Sicuramente dobbiamo ripartire in primis con gente motivata che abbia orgoglio e il fuoco dentro. Tendenzialmente, non essendo abbondante l’organico, abbiamo margine per intervenire. Prima però dobbiamo sciogliere il nodo allenatore, lunedì potrebbe essere il giorno giusto."