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Mai più affidarsi al fato

Edoardo Blandino

di Edoardo Blandino

 

Progetto. È una di quelle parole che nel calcio vanno di moda e puntualmente tornano alla ribalta ogni volta che qualcosa va male. In realtà si tratta...

di Edoardo Blandino

"Progetto. È una di quelle parole che nel calcio vanno di moda e puntualmente tornano alla ribalta ogni volta che qualcosa va male. In realtà si tratta di un’espressione abusata. Come giustamente ricordava il procuratore Bonetto, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa proprio a TN, i dirigenti competenti non hanno bisogno di dichiarare di voler iniziare un “progetto”, lo fanno e basta. Lo fanno senza tabelle di marcia e senza proclami di alcun tipo, quasi senza rendersene conto. “Basta” avere dirigenti competenti che conoscono l’ambiente e sanno come muoversi. Chi comincia con le varie dichiarazioni e con idee grandiose, spesso si scontra con la dura realtà e molte volte si ritrova esattamente al punto di partenza. Ne sanno qualcosa Cairo e i tifosi granata.

"La Serie B è un campionato infido. Girano pochi soldi, ci sono diverse società ambiziose, chi ha i giocatori buoni se li tiene stretti e cerca di rifilare gli altri alle avversarie. Bisognerà sfoltire la rosa e ridurre drasticamente il monte ingaggi. Servirà liberarsi di tutti i giocatori non fondamentali e costruire la nuova squadra intorno ai vecchi pilastri. Per non parlare della scelta dell’allenatore: in questi anni ne sono transitati troppi da Torino. Non dimentichiamo, poi, l’importanza di sviluppare il settore giovanile e dare spazio ai ragazzi meritevoli. Insomma, sarà necessaria una gestione precisa della società da parte dei dirigenti. Ecco cosa vuol dire progetto. Anzi, programmazione. Già, perché qualsiasi piano di lavoro efficace ne prevede una.

"Le società di calcio moderne sono diventate a tutti gli effetti delle vere e proprie Aziende. E come tali devono essere gestite. Non si può improvvisare niente, né sperare di essere più furbi degli altri. Aspettare l’ultimo giorno di mercato per i saldi può andare bene una volta, ma alla seconda occasione non si pesca più il jolly. Allo stesso modo, non si è mai vista un’Azienda che cambia il timoniere ogni tre mesi per affidarsi ad un nuovo, che in realtà nuovo non è, perché è stato licenziato solo qualche settimana prima.

"Il tempo degli esperimenti è finito da un pezzo. Speriamo che in socità l'abbiano capito.