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Ancor meno fortunata delle precedenti la terza avventura di Gianni De Biasi sulla panchina del Toro. I dodici miseri punti collezionati nello spazio di quindici gare non sono andati...
di Gianluca Sacchetto
"Ancor meno fortunata delle precedenti la terza avventura di Gianni De Biasi sulla panchina del Toro. I dodici miseri punti collezionati nello spazio di quindici gare non sono andati giù a Cairo, che in estate aveva speso cifre importanti per allestire una formazione da media classifica. A sancire il divorzio definitivo tra il patron granata ed il tecnico di Sarmede la pesante sconfitta interna contro la Fiorentina, unita alla contestazione del pubblico granata. Ma ben prima erano emersi i limiti di un tecnico mai troppo in sintonia con presidente, tifosi e giocatori. Emblematico il caso Di Michele, che fu lasciato partire per evitare problematiche interne allo spogliatoio, dopo gli attriti avuti in precedenza. Decisivo in quel frangente fu l’intervento di Pederzoli, bravo nel cederlo al West Ham a finestra di mercato italiana già chiusa. Anche se le doti tecniche dell’attaccante romano sarebbero potute essere decisive in alcune partite, soprattutto quelle in cui si affrontavano formazioni chiuse a riccio.
"Ma senza entrare ancora in casi specifici, ciò che ha certamente pesato sulla fallimentare stagione granata è stata una preparazione atletica estiva praticamente assente. Catalogata da De Biasi come studiata a tavolino, per una partenza lanciata in campionato. Ma così poco proficua, per usare un eufemismo, da costringere Camolese a riprenderla da capo al momento del suo arrivo. E gli effetti di ciò non si sono fatti attendere. Involuzioni nette rispetto alla stagione precedente, a cominciare da un Sereni irriconoscibile, che raccontò a posteriori di una squadra impaurita, incapace di sconfiggere anche un’avversaria di serie C.
"Terza, inevitabile critica nei confronti di De Biasi il modulo di gioco. Un 4-3-3 eccessivamente dispendioso per chi scendeva in campo, come possono dimostrare i netti cali visti nei secondi tempi. Con i tre centrocampisti lasciati al massacro, al cospetto di mediane avversarie molto più robuste e numerose. Che la retrocessione non sia solo figlia degli errori di De Biasi è evidente, ma è comunque innegabile che cadano su di lui grandi responsabilità della stagione granata. A cominciare da un calciomercato fatto su misura per un modulo inadatto.
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