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Marco Bellinazzo: “Il rischio di esclusione del Milan è molto alto, vi spiego perché…”

Silvio Luciani

Esclusiva TN / Il giornalista de Il Sole 24 Ore ha rilasciato un'intervista in esclusiva per Toro News

"Nonostante il campionato sia terminato, il Torino ha ancora qualche chance di centrare la qualificazione alla prossima Europa League. Come noto, il Milan è stato deferito nello scorso aprile per non aver rispettato il pareggio di bilancio nel triennio 2015-2018. In attesa della sentenza della camera giudicante (che sta tenendo in apprensione anche il mondo granata), abbiamo parlato della questione con Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore. Bellinazzo è specializzato in economia sportiva e da anni racconta, sulle colonne de Il Sole 24 Ore, i business che ruotano intorno al calcio. Proprio per questo lo abbiamo intervistato, per fare chiarezza sull'iter che attende il Milan e per esprimersi riguardo alle possibilità che il Torino ha di entrare in Europa League al posto dei rossoneri.

"Ben trovato Marco, quante probabilità ha il Torino di partecipare alla prossima Europa League a causa dell'esclusione del Milan?

""Anche se non sta a me dare le percentuali, il rischio di esclusione del Milan dall'Europa League è molto alto. Rispetto alla situazione dello scorso anno in cui l'esclusione venne decretata in maniera abbastanza eccessiva da parte dell'UEFA, sta volta la situazione è diversa perché si è creato un precedente, una sorta di recidiva in virtù del fatto che il Milan è già sotto sanzione per il triennio che va dal 2014 al 2017. È stato deferito per il nuovo triennio per una violazione del Financial Fair Play ancora più grave di quella che ha portato alle precedenti sanzioni, perché nel 2018 il Milan ha fatto un rosso di 126 milioni quando il rosso per cui è stato sanzionato precedentemente era di 120 milioni ma nel corso di tutto il triennio. Quindi considerando lo sforamento del limite dei 30 milioni e considerando che esiste già un precedente e quindi il Milan è già sotto sanzione, per quanto riguarda la camera giudicante dell'UEFA entrano in gioco le sanzioni più gravi e tra queste quindi anche l'esclusione dalla prossima Europa League."

"I rossoneri non hanno centrato l'accesso alla prossima Champions League. In che modo questo risultato può influenzare la società ed eventualmente la Camera Giudicante?

""La dinamica è semplice nel senso che per quanto riguarda il triennio oggetto dell'ultimo deferimento (2015-2018), il Milan si trova semplicemente nella condizione di dover accettare o meno quella che sarà la sanzione e penso che non possa andare a dialogare o a cercare un patteggiamento con la UEFA perché la camera giudicante guarda semplicemente ai conti, alle sanzioni corrispondenti e le applica. In quest'ottica non c'è nessuna influenza di altri fattori. Questi altri fattori subentrano però, in relazione al fatto che a prescindere dalla esclusione eventuale, il Milan ha già l'obbligo di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2021, quindi tra due stagioni. Considerando che parliamo di un club che perde ancora 70-80 milioni di euro l'anno il percorso è molto accidentato. Nella prossima primavera l'UEFA andrà come di prassi ad esaminare il triennio del 2017, 2018, 2019 e al rosso di 120 milioni si aggiungerà un passivo di altri 70-80 milioni dell'esercizio che si chiuderà il prossimo 30 giugno."

"E il MIlan?

""Questo mette il Milan nelle condizioni di dover fare una politica di fortissimo ridimensionamento dei costi, perché non andando in Champions League non ha modo di far crescere in maniera significativa i ricavi e pone i rossoneri nelle condizioni di dover provare a chiedere alla UEFA un tavolo di confronto che tenga conto della situazione complessiva. Il Milan verrebbe schiacciato dalle sanzioni del Fair Play Finanziario e anche in virtù dell'esclusione dalle Coppe di quest'anno, l'UEFA potrebbe prevedere un percorso di rientro più lungo del 2021, quindi uno o due anni in più magari in cambio di multe o restrizioni alla rosa qualora dovesse qualificarsi alle coppe europee dei prossimi anni in modo da avere più tempo per recuperare il gap e avviarsi al pareggio di bilancio."

"È vero che il Toro potrebbe presentare un ricorso in caso di mancata esclusione del Milan?

""Non credo che possa direttamente rivolgersi al UEFA per far escludere un'altra squadra, questo tipo di procedure non risultano in ambito di collegio giudicante e camera arbitrale UEFA. Si potrebbe profilare un interesse importante del Torino, in quel caso potrebbe impugnare il provvedimento al TAS di Losanna ma entriamo in uno scenario che non ha precedenti e non so neanche quanto possa aver senso e quante possibilità di successo potrebbe avere un intervento del genere. Significherebbe andare contro la UEFA e non so quanto questo possa convenire al Torino."

"Si parla di SuperChampions e di squadre come Milan e City che vorrebbero ridiscutere interamente il Fair Play Finanziario. Possono, i fattori politici, influenzare questa decisione?

""Sicuramente sulla questione sanzione 2015-2018, quella che interessa al Toro, no. La materia è in mano ai giudici contabili e li non entrano né possono entrare fattori di carattere politico, se così vogliamo definirli. Discorso diverso potrebbe essere riguardo al percorso di rientro successivo del Milan, e quindi alla possibilità che possa concordare con l'organismo politico o magari con la Camera Investigativa un diverso percorso in realazione delle problematiche che si sono venute a creare non per colpa  dell'attuale proprietà ma di una gestione assolutamente deficitaria che è quella di Yonghong Li che ha determinato questo buco amplissimo nel bilancio 2018. Li entreranno una serie di fattori in gioco come ad esempio il fatto che il brand Milan è fondamentale per l'UEFA, che il Milan è tra le squadre che idealmente dovrebbe far parte del nucleo centrale della Super Champions per il suo blasone e quindi non c'è l'interesse della UEFA di determinare sanzioni tali da distruggere le possibilità del club di risanarsi. Se il Milan dovesse dimezzare i propri costi è evidente che dovrebbe rinunciare ai giocatori importanti con ridotte possibilità di centrare le coppe: diventerebbe un circolo vizioso."

"Quello del Fair Play Finanziario è uno strumento giusto? C'è un problema di ripartizione di introiti nel calcio europeo?

""Il Fair Play Finanziario è stato utile per arginare l'emorragia della catena perdite-debiti del calcio europeo, che stava affossando diverse leghe. In quest'ottica ha avuto un effetto positivo. Il combinato disposto del FPF e di una Champions League ipermeritocratica frequentata sempre dalle stesse squadre ha determinato una catena di trasmissione tra vittorie e introiti che ha costruito un modello assimilabile ad un oligopolio in cui oggi abbiamo una ventina di club tra i più ricchi in Europa (di cui la maggior parte in Premier) che fatturano da soli quasi la metà di tutto il resto del calcio europeo. Quindi è evidente che ci sia un problema di redistribuzione delle risorse in Europa e all'interno dei campionati. L'UEFA ha percepito da tempo questo tipo di problematiche ma, finora, ha messo in campo poco per rimediare a questa situazione. Bisognerebbe lavorare per pensare ad una riforma delle Coppe Europee che privilegi un percorso di redistribuzione sulle squadre medio-alte e non solo sulle 15 big che attualmente dominano i campionati e le competizioni continentali."

"Quindi la pensa come Cairo su questo aspetto?

""Di fatto sì, il problema è che dire semplicemente no alla Super Champions vuol dire che come Serie A continueremo a subire l'egemonia della Premier League. Se si continua così avremo solo un club, o forse due (Inter e Juve) in grado di ambire a certi livelli di fatturato, mentre gli altri arrancheranno sempre e comunque. Bisognerebbe pensare a dei modelli di coppe europee che permettano a 7/8 squadre italiane di partecipare stabilmente, magari non sempre alla Champions, ma avendo più soldi dalle coppe. Che l'Europa League valga 1/4 degli introiti della Champions è controproducente per tutto il sistema."