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Marco Ligabue: “Io, granata sin da bambino. E Superga con Luciano…”

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Interviste / Il cantautore, noto tifoso del Torino, si racconta in esclusiva ai nostri microfoni: "Questo Toro può fare di più, Belotti è come Pulici"
Nicolò Muggianu

A pochi giorni dal match Crotone-Torino, approfittando delle date torinesi del 'Made in Italy Tour', abbiamo fatto due chiacchiere con Marco Ligabue, noto cantautore e chitarrista nonché grande tifoso granata. Con lui abbiamo parlato di molte cose, ricordando esperienze passate, ma anche facendo il punto sul presente e sugli obbiettivi futuri.

Per uno come lei nato a Correggio, in piena Emilia Romagna, com'è nata la passione per il Torino?

"La mia passione nasce quando avevo 5 o 6 anni, il Toro vinse il suo ultimo campionato. Era il '76 e io ero piccolino, ricordo che c'erano altri ragazzi che cominciavano a tifare Torino e quindi mi appassionai a questa squadra. Un po' anche perché circolava il mito di alcuni giocatori: Pulici, Graziani, Sala. Insomma, una passione nata presto: ero piccolino e scelsi questi colori".

A proposito, un paio di giorni fa, approfittando anche delle date torinesi del tour 'Made in Italy', ha accompagnato suo fratello Luciano a Superga. Era la prima volta per voi?

"Io c'ero stato tanti anni fa, per Luciano era la prima volta. A quel tempo però fu per me più un mordi e fuggi, questa volta invece avevamo un paio di orette a disposizione e siamo riusciti a visitare insieme sia la Basilica che la lapide". 

Che sensazioni le ha trasmesso questa esperienza soprattutto per uno che, come lei, non vivendo a Torino non ha la possibilità di andarci spesso?

"Un'emozione incredibile. Quando sei lì che leggi la storia, i nomi, le immagini vieni catapultato nella tragica storia di quella che era una grande squadra. Un mix di emozioni. Ero stato al Filadelfia a fine maggio, il giorno dell'inaugurazione, avevo cantato qualche canzone e quindi già lì mi era tornata una voglia immensa di rivivere certe emozioni del 'Grande Torino'. Andare a Superga è proprio questo: un mix tra gioia e anche tristezza perché comunque avevamo 10 giocatori della Nazionale, vincevano il Mondiale, gli scudetti, si divertivano, avevano valori umani importanti e ce li siamo persi tutti in un colpo solo. Insomma, un miscuglio di emozioni: da un lato sei orgoglioso di avere avuto una squadra così, ma dall'altro c'è la tristezza di chi ha vissuto una grande tragedia".

Il Torino sta cercando di ricostruire anche su questi principi, gli stessi dei grandi del passato. Ma c'è ad oggi secondo lei un giocatore del Toro che incarna questi valori?

"Mi va di individuarne due. Glik, anche se ora non gioca più con noi, è stato un ottimo traghettatore. Ha fatto il capitano per anni ed è stato un giocatore arcigno, grintoso che ha messo in campo tanti dei valori da Toro. Oggi probabilmente Belotti mi ricorda per tante cose Pulici: per la grinta, la passione, il romanticismo, ma anche per l'attaccamento alla maglia che ha dimostrato quest'anno".

Passiamo al campionato: nelle prime 7 giornate il Torino ha raccolto 12 punti in 7 giornate. Come valuta questo avvio di stagione?

"Sono un po' spiazzato da questo inizio di campionato. Nel senso che il Torino mi dà l'idea di essere una squadra che può 'esplodere' da un momento all'altro, essere tra le prime 5 del campionato, come fare un campionato anonimo. Ho la sensazione che sia una squadra con un potenziale incredibile: può rifilare un 5-0 a partita, ma può anche prendere 2 gol inspiegabili come con il Verona. Può andare in tilt da un momento all'altro. Deve trovare equilibrio, è una squadra lunga, c'è troppa distanza tra i reparti. La difesa è molto migliorata, non penso sia un problema di difesa. D'altro canto è una squadra che si è veramente rinforzata tanto: Sirigu ci ha fatto fare un sacco di passi in avanti, N'Koulou e Lyanco sono molto più solidi della coppia dell'anno scorso, Baselli e Rincon in mezzo formano un'ottima linea mediana. Niang non è ancora esploso è vero, però vedendo la cura che Mihajlovic ha fatto a Ljajic lo scorso anno sono fiducioso: potremmo trovarci con un altro campioncino in casa".

Il derby? L'ha visto?

"Quella sera lì per fortuna avevo un concerto e non sono riuscito a vederlo (ride n.d.r). I derby in questi anni sono sempre una sofferenza, faccio quasi fatica a vederli. Tra l'altro l'unico derby che ho visto allo stadio ho avuto la fortuna di vederlo nel 90'/91' al Delle Alpi. Il Torino vinse 2-1 in casa della Juve, fece gol Policano e un autogol di Fortunato. Vedere il Torino vincere un derby però è una partita che ti toglie tre anni di vita..." 

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