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Mattia Feltri: “Questo è un ottimo Toro, avrei voluto vederlo in mano a Ventura”

Federico Bosio

Intervista - Esclusiva TN / L'esimio collega de La Stampa: "C'è un po' di rammarico, ma la rosa è la più forte degli ultimi 15 anni. La classifica, i giovani, il Filadelfia: il popolo granata può tornare ad essere orgoglioso"

"Tempo di sosta Nazionali, occasione per mettere in chiaro le idee e proseguire in maniera più accurata nella preparazione degli incontri che andranno in scena al termine della pausa. Abbiamo approfittato di questo periodo per parlare di Toro con un celebre collega de La Stampa nonchè tifoso granata: Mattia Feltri. In sua compagnia abbiamo affrontato parecchie tematiche legate al Torino: il campionato, Mihajlovic, la rosa, Ventura, il settore giovanile ed il Filadelfia.

"Mattia Feltri, ormai siamo a tre quarti di campionato: aspettando queste ultime giornate, è già possibile fare un primo bilancio della stagione del Torino?

""Di fatto il campionato del Torino è finito a Natale, o comunque poco dopo: perché visto e considerato come si è strutturato questo campionato, ovvero con le prime squadre che andavano fortissimo e le ultime al contrario pianissimo, è in quel periodo che i granata si sono ritrovati ad essere stra-salvi ma allo stesso tempo troppo lontani dalla zona europea. Quindi purtroppo metà campionato se ne va così, potremmo dire quasi inutilmente, ed è un peccato. Adesso ovviamente tutte le partite restano importanti per sé, ma non lo sono per un obiettivo finale; in ogni caso non penso che si possa parlare di un anno buttato, perché sta confermando le precedenti annate nelle quali la dirigenza ha sempre operato molto bene e la squadra ha comunque sempre, o quasi, chiuso nella parte sinistra della classifica".

"È quindi un campionato deludente poichè ci si aspettava di meglio, o un'annata di questo tipo ci può stare?

""No, io penso che ci possa stare e spiego anche il motivo: ho un'età abbastanza avanzata per potermi ricordare bene di un episodio che purtroppo ci ha segnati. Quando era presidente Sergio Rossi, la squadra otteneva sempre buoni risultati qualificandosi costantemente al sesto-settimo posto, ma sembrava che la piazza avesse 'il palato fino' (e forse ce l'abbiamo ancora adesso) e si voleva lo Scudetto, quindi Rossi fu contestato e costretto ad andarsene: quello fu l'inizio di un lungo declino. Io penso che si debba essere sempre riconoscenti a questa dirigenza, per quello che siamo adesso.

"Detto ciò, è indubbio che ci si poteva aspettare di più vista la rosa della squadra ed il valore delle altre: insomma, avremmo potuto sperare di essere al posto dell'Atalanta, per la quale tutti continuano ad aspettare il calo ma quest'ultimo non arriva mai. Un po' di rammarico c'è, e mi dispiace molto perché ci sono giocatori sul quali si è puntato forte che hanno reso meno, e mi riferisco in particolare a Ljajic: a me piace davvero tanto e pensavo che al Torino avrebbe trovato la sua dimensione consacrandosi definitivamente, diciamo senza doversi giocare il posto e soprattutto senza essere messo in discussione come ad esempio alla Roma o all'Inter, dove se sbagli venti minuti puoi stare fuori per due mesi. Eppure questa esplosione non si è verificata, ed anche da Iago Falque secondo me ci si aspettava qualcosa in più a livello di manovra di gioco, mentre dal punto di vista realizzativo non gli si può contestare nulla".

"Veniamo al 'manico' della squadra: la sua opinione su Mihajlovic in relazione a quanto detto finora.

""Quando è arrivato al Torino, io ero molto contento perchè mi dava l'impressione di essere l'allenatore giusto: anche la partenza è stata esaltante ed in particolare, al di là di risultati e punti, ricordo con piacere i primi dieci minuti dell'incontro con il Milan, ovvero la prima giornata di campionato, quando i rossoneri non capivano nulla per via della pressione altissima dei granata con un attaccante su ogni difensore avversario. Io non credo che il problema di Mihajlovic consista nei risultati o nelle prestazioni, ma fondamentalmente nel fatto che la squadra è stata in declino: fosse successo il contrario, con un avvio lento ed una progressiva crescita, saremmo stati tutti esaltati, ma questa involuzione deve fare riflettere. Il progetto è biennale e dunque si andrà avanti con questo tecnico, ma basandomi su questo io sinceramente non so se quest'estate confermerei Mihajlovic, se fossi nei panni di Cairo.

"Bisogna tenere conto di un dato importante: questa secondo me è la miglior rosa degli ultimi quindici anni. Certo, tutto è migliorabile, ma quest'anno fondamentalmente serviva più gioco. Vorrei dire anche una cosa sulla difesa, perchè certe affermazioni diffuse mi fanno davvero innervosire: la retroguardia è stata sotto accusa per tutto l'anno, ma le partite non si perdono a causa di un reparto solo. Si sapeva che il reparto non era all'altezza di centrocampo ed attacco, ma considerando i singoli la difesa del Torino è comunque di buona qualità: se si prendono troppi gol il problema è della fase difensiva in generale, non è semplicemente colpa del reparto arretrato"

"Dove pensa che possa arrivare quindi questo Torino, a fine stagione?

""Bene o male, lì dov'è: posizione più o posizione meno. Magari assisteremo ad un grande finale, ma la zona Europa ormai è troppo distante e quindi non penso la classifica si possa migliorare più di tanto: magari un settimo o ottavo posto, diciamo che per un fattore puramente estetico spero che rimanga nella famosa parte sinistra della classifica. Poi, per l'anno prossimo, ci sono basi tecniche ed economiche notevoli..."

"Appunto: il Toro negli ultimi giorni ha chiuso il colpo Lyanco, che va a sommarsi al rinnovo per Bonifazi ed all'arrivo di Milinkovic-Savic, nel segno della linea verde. Al netto di questi dati, lei come opererebbe per quanto riguarda il prossimo mercato del Torino?

""Dipende nettamente dalla permanenza o meno di Belotti, è intorno a lui che ruota tutto. L'annata sotto tono mi dispiace anche perchè un attaccante così non ce l'avevamo da secoli: lo stesso Immobile nell'anno 2013-2014, nonostante a fine stagione fosse stato il capocannoniere della Serie A, non dimostrava in campo lo strapotere del Gallo. Sta facendo un campionato straordinario, e non mi stupirei in nessuno dei due casi, né se se ne andasse a fine stagione né se decidesse di restare ancora: è chiaro che nel primo caso il Torino percepirebbe un'entrata importantissima attraverso la quale organizzare davvero un mercato di prim'ordine; se no, si opterà per altre strategie. Io spero che rimanga ancora, ma è chiaro che se davvero arrivasse un'offerta del genere la cosa giusta sarebbe venderlo.

"Ma ripeto, la cosa che non ha funzionato fino in fondo secondo me è l'aspetto tattico: per tanti anni ho aspettato il mercato con maggiore ansia ed attesa, ma questa volta a mio parere la base da cui parte la squadra è davvero ottima. Sinceramente, mi sarebbe piaciuto vedere questa squadra in mano a Ventura: Mihajlovic troppo spesso non cambia modulo, nonostante magari per un certo periodo di tempo questa disposizione tattica non sia più efficace. C'era la possibilità di provare altre soluzioni: per esempio io avrei trovato intrigante e plausibile un 4-4-2 con Ljajic ad affiancare Belotti nel ruolo di punta, sgravandolo di molte mansioni difensiva; non ci dimentichiamo che il miglior anno della propria carriera il serbo l'ha vissuto con la maglia della Fiorentina, segnando undici reti, quando era schierato addirittura prima punta al fianco di Jovetic"

"Spostiamo allora l'attenzione sulla Nazionale: ieri sera l'importante sfida all'Albania, il Gallo titolare nello spregiudicato 4-2-4 di... Ventura.

""Io devo fare davvero un grande elogio di Ventura, perchè secondo me negli anni passati ha svolto un lavoro davvero perfetto insieme a Cairo e Petrachi. Il Toro di Ventura aveva una struttura, un carattere ed una personalità assolutamente definiti, e credo che nel 95% delle partite disputate la squadra sia scesa in campo dimostrando questi aspetti, al di là dei vari risultati finali. Magari si andava a San Siro a perdere (e qualche volta anche a vincere...) ma comunque era una squadra che mi dava gioia e soddisfazione al di là del risultato, guardando come si sviluppava il gioco. Inoltre è un tecnico che ha saputo cambiare modulo al momento giusto: l'ha fatto in granata passando dal 4-2-4 al 3-5-2 ed ora l'ha fatto in Nazionale, compiendo il percorso inverso. Di certo, il modulo e la squadra schierata ti fanno venire voglia di guardare questa Italia: quattro punte e tanta qualità, ieri sera non potevo di certo perdermela"

"Negli ultimi giorni sta tenendo banco qualche diatriba sulla data ufficiale, ma l'inaugurazione del Filadelfia si farà: che cosa significa per lei questa rinascita?

""È importante perchè le squadre di calcio, così come le famiglie e le aziende per esempio, devono avere qualcosa di fisico non diciamo dal quale dipendere ma comunque intorno a cui ruotare. Certo questo non è più quel Fila in cui giocava il Grande Torino, però l'erba è quella, una parte di tribuna è rimasta quella: è il Fila. Ricordo tra gli anni '90 ed i 2000 che la cosa che mi faceva maggiormente soffrire non era l'altalena tra Serie A e B, o la permanenza nel campionato cadetto, quanto invece che il Toro in quegli anni fosse ormai veramente spogliato della sua storia. Adesso, mi sento di dire che è tornato il Toro e per questo sono davvero straordinariamente grato a Cairo, che secondo me all'inizio non aveva capito subito che cosa significasse il mondo granata, ma adesso sì: adesso anche il settore giovanile tornerà davvero a contatto con la storia granata"

"A proposito dei giovani, ieri pomeriggio la Primavera granata è stata impegnata nei quarti di finale del Torneo di Viareggio: il settore giovanile del Torino negli ultimi anni sta davvero tornando a livelli importanti.

""Certo, stanno crescendo giovani interessanti dei quali il massimo esempio è Barreca, ma non soltanto: con un lavoro costante, torneranno anche i tempi in cui emergeranno dalla Primavera granata i 'nuovi' Fuser e Lentini, la strada è sicuramente quella giusta. Torno a ripetere: questa è una squadra di cui si può tornare ad essere orgogliosi per una lunga serie di motivi; più di questo, c'è lo Scudetto oppure la stabilità nelle prime cinque posizioni: non so se il Toro tornerà a lottare davvero per questi obiettivi ma non penso che sia la questione centrale, la cosa importante a mio modo di vedere è aver davvero ritrovato questo orgoglio".