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"A bocce ferme, è il momento di tirare le fila della stagione. Per il Torino non è stata malvagia (confermato il nono posto della scorsa stagione ma con 54 punti, uno in più) ma comunque deludente e sotto le aspettative. L'obiettivo di inizio stagione, l'Europa League - fissato tra qualche proclama di troppo: lezione da imparare - non è stato centrato. Le speranze sono svanite alla quintultima giornata, con la sconfitta in casa dell'Atalanta arrivata settima. Quell'Atalanta che è presa giustamente ad esempio virtuoso, per la sua bravura nell'acquisire una dimensione internazionale nonostante risorse economiche non eccezionali, e che alla fine dei conti dista sei punti. Il Toro li ha persi contro squadre come Verona, Chievo e Spal: rimanere in corsa fino alla fine non era impossibile e i rimpianti sono più che giustificati.
"L'altra considerazione conclusiva della stagione, però, non può che essere quella riguardante il cambio di allenatore. Walter Mazzarri al posto di Sinisa Mihajlovic a metà stagione. Se la scelta sia stata vincente, lo si scoprirà prossimamente. Sicuramente è stata una mossa di buonsenso. Presa nell'interesse del club e sintomo della volontà di migliorare le cose. Arrivati ad inizio gennaio, era chiaro che il progetto del mister serbo (che, è bene ricordarlo, a settembre ringraziò la società per la squadra costruita, assumendosi con sincerità le responsabilità di un eventuale fallimento) era in piena involuzione, tra una sfilza di pareggi, le rimonte subite e gli equivoci tattici. A stagione compromessa, la decisione di Cairo e Petrachi: esonerare Miha e chiamare Mazzarri, non un tecnico qualsiasi, ma colui che era ritenuto il migliore sulla piazza e in grado di inaugurare un altro progetto pluriennale.
Un ragionamento semplice, quello del club: "nel migliore dei casi, se la fortuna ci assisterà, potremo qualificarci in Europa già in questo campionato (e il Toro non è andato così lontano dal riaprire il discorso). Nel peggiore, Mazzarri avrà il vantaggio di iniziare la prossima stagione conoscendo già squadra e ambiente". E' precisamente quello che ha fatto il mister toscano. Lo dicono i fatti, i numeri. Nel girone di ritorno griffato Mazzarri, rispetto a quello di andata con Miha al timone, il Toro ha fatto quattro punti in più, preso otto (!) gol in meno e segnato quattro gol in più. Tutto questo con una squadra costruita secondo le indicazioni di Mihajlovic. E nel girone di ritorno, sempre più difficile rispetto all'andata perchè i punti pesano di più. I segnali sono positivi e il futuro del Toro non è un punto interrogativo. La strada è tracciata: dopo il mercato estivo si vedrà se ci sono i presupposti per arrivare a destinazione.
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