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REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - JANUARY 18: Walter Mazzarri head coach of Torino FC looks on during the Serie A match between US Sassuolo and Torino FC at Mapei Stadium - Città del Tricolore on January 18, 2020 in Reggio nell'Emilia, Italy (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
In un'intervista su France Football, l'ex tecnico granata Walter Mazzarri è tornato a parlare della sua carriera di allenatore fino ad ora e dei suoi obiettivi futuri, per la prima volta dal suo esonero dal Torino del febbraio 2020. “L’anno scorso ho rifiutato parecchie offerte che non mi interessavano. Bisogna che gli obiettivi del club che mi vuole siano gli stessi dei miei: dopo vent’anni di carriera, posso permettermi di dirlo. Dopo Torino ho preso una pausa per recuperare e ricaricare la batteria. Poi mi sono rimesso a studiare e a lavorare. Ho guardato altri campionati e studiato nuovi modi di giocare. È sempre un modo per continuare a migliorarsi. Ora non ho limiti geografici: posso andare dovunque."
Poi ha fatto il punto sull'evoluzione del calcio nel tempo: "Il calcio europeo si è uniformato. Ci sono meno stereotipi per paese. Il mio Torino era la prima squadra a limitare il numero di passaggi avversari nella propria metà del campo. Facevamo un pressing molto aggressivo. Col Napoli facevamo girare il pallone per osservare il blocco avversario e farlo spostare. Non serve a nulla fare dieci passaggi di seguito in 18 metri senza avanzare. Quando si ha il pallone bisogna sapere leggere la partita e sapere quando andare a cercare l’avversario alto e quando aspettare. Ci sono tendenze che ritroviamo un po’ dappertutto, spesso ispirate dagli allenatori tedeschi: Flick, Tuchel, Nagelsmann... le caratteristiche del loro calcio si sono sviluppate un po’ ovunque, come ad esempio l’aggressione sul portatore di pallone nella parte alta del campo”.
L'ex tecnico granata ha poi concluso parlando del suo rapporto ai tempi del Napoli con Cavani: "Sono veramente fiero della sua carriera. È un giocatore che mi ha dato tanto e che a mio avviso può ancora fare molto bene. Cavani è uno che lavora per la squadra: al di là delle sue doti tecniche e fisiche, la sua qualità principale è la leadership. Ha un carattere forte. Quando eravamo a Napoli dopo ogni allenamento restavamo insieme un’ora per lavorare sui movimenti e le cose che doveva fare. Ha lavorato tantissimo”.
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