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Domenica sera il nostro Toro ha lasciato piacevolmente sorpresi i miei pazienti fermando una Roma a punteggio pieno che aveva dimostrato una solidità difensiva fuori dal comune. Il gol di Cerci costituisce infatti, da solo, il 50% dei gol totali subiti da De Sanctis in queste prime 11 partite. Quello che ha inorgoglito i tifosi granata è stata la perseveranza e la tenacia che la squadra ha dimostrato una volta passata in svantaggio, insomma, per una volta il Toro ha fatto il Toro ed ha incornato la lupa! C’è forse un giocatore che in questa partita ha rappresentato questo spirito più di tutti, tolto ovviamente il marziano con l’11 (la cui potenza è arcinota) ed è un giocatore che ha sempre continuato a lavorare in silenzio, senza mai una parola fuori posto, che ha sempre dato tutto nonostante sia continuamente bersaglio di critiche e spesso purtroppo anche di fischi ingenerosi, e sto parlando di Riccardo Meggiorini. Spesso, nella mia carriera da psicologo, mi è capitato di sentire i miei pazienti sostenere la tesi secondo cui un giocatore del Toro per essere amato dalla tifoseria deve dimostrare di dare tutto se stesso uscendo con la maglia sudata. Personalmente ritengo che Riccardo Meggiorini sia abbondantemente all’interno di questa categoria di giocatori, perché se c’è una cosa che non gli si può imputare è proprio la mancanza di impegno e di tenacia. L’emblema di questa tenacia è tutto nel modo in cui ha lottato con Benatia andandosi a prendere un pallone che sembrava perso. Inoltre a ben vedere negli ultimi due anni al Toro è notevolmente migliorato come prestazioni, anche se spesso il suo lavoro passa in secondo piano e lo porta a non avere la giusta freddezza sotto porta, ma comunque è molto prezioso in fase di recupero palloni nella trequarti avversaria e talvolta diventa imprevedibile in fase di ripartenza con aperture e assist davvero interessanti. Sono convinto che un giocatore con la sua mentalità e con la sua cattiveria agonistica faccia sempre molto comodo in squadra (visti soprattutto certi elementi passati da queste parti dotati anche di tecnica superiore ma indegni di portare la maglia granata) e mi piacerebbe vedere sempre meno miei pazienti criticarlo ancor prima che scenda in campo, solo per aver letto il suo nome nella formazione. Ne approfitto per ringraziare di cuore tutti coloro che mi leggono in questa rubrica e mi scrivono e-mail per chiedermi ‘’consulenze’’ o anche solo per raccontarmi le loro esperienze! Alla prossima dal vostro psicologo! Riccardo Agnello Foto Dreosti
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