toro

Mercato, amichevoli, academy: la crescita del brand Toro in Europa

Lorenzo Bonansea
Dall'arrivo di Hart, alle vendite eccellenti nei quattro maggiori campionati europei degli ultimi due anni: il Toro non è solo più storia e simbolo, ma anche esempio di società moderna e internazionale

E’ un Torino che guarda all’Europa, come obbiettivo e come slancio, ma è anche e soprattutto un’Europa (quella dei top club e dei grandi interessi) che adesso - come mai negli ultimi vent’anni - guarda al Torino. Negli ultimi cinque anni i risultati sportivi dei granata hanno fatto sì che un brand già pregno di storia e leggenda, ridiventasse - agli occhi del mondo - anche un fenomeno attuale, un modello di società moderna, capace di sfornare grandi giocatori (leggasi Darmian, Glik, ma anche Cerci ed Immobile - al di là dell'involuzione personale) e di attirarne a sua volta, con il recentissimo avvento di Joe Hart dal Manchester City che segna davvero un punto di svolta non secondario.

SUL MERCATO - La gestione di Ventura - lo sanno tutti - ha premiato in questo senso, anche se si è attirata critiche discretamente pesanti, perché apparentemente (per molti tifosi) atta ad indebolire ogni anno la rosa della squadra, e a rimpinguare le tasche societaria. Tuttavia, ponendosi a questa situazione con attitudine globale, inserita in un contesto come quello del calcio moderno e delle sue attuali dinamiche, il Torino ha sì venduto i propri pezzi pregiati anno dopo anno (per scelte degli stessi giocatori, comunque), ma oltre a rendere sano e virtuoso il bilancio - e qui su TN ve ne abbiamo parlato in maniera dettagliata, ha permesso alla dirigenza di rinforzarsi ogni anno un po’ di più, al di là dei risultati del campo. E l'"internazionalizzazione" del brand, quindi, ha fatto il resto: i granata, negli ultimi due anni solari, hanno venduto giocatori a Borussia Dortmund, Atletico Madrid, Manchester United e Monaco, entrando dunque in affare con quattro top club dei quattro massimi campionati europei. Nelle dirigenze più griffate e importanti d’Europa, dunque, il Torino è entrato dalla porta principale, facendo cassa e - a volte - guadagnandoci anche alla luce delle prestazioni poco felici che gli stessi ex granata hanno poi messo in campo nelle nuove squadre (si pensi a Cerci ed Immobile).

Il Torino, dunque, internazionalmente, è tornata ad essere riconosciuta come una società importante non solo per storia e simbolo, ma anche per una fenomenica totalmente riferita la presente. Una società con cui poter fare affari, e che attira su di sé importanti investimenti, e dall'ultimo mercato - rimanendo sui top club - anche una società capace di portarsi a casa il ventinovenne portiere del Manchester City. L’arrivo di Joe Hart al Toro, infatti, è un chiarissimo segnale di quanto questa politica stia premiando, dal punto di vista della qualità generale della rosa, e da quello delle relazioni con i club più importanti del vecchio continente. Ora sta a Mihajlovic e soprattutto ai giocatori in campo fare la loro parte, perché l’Europa entri nel presente granata come due stagioni fa: con la ribalta, su campo internazionale, in un importante torneo europeo, come l’Europa League. Perché le soddisfazioni più grandi possono essere solo quelle del campo.