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"Giampiero Ventura aveva preparato la partita con un chiaro senso logico, aveva scelto la formazione ideale migliore che potesse schierare, e a gara in corso le ha provate tutte per cercare di cambiare la partita. Ma il duello tra allenatori se lo è aggiudicato Mihajlovic: il Milan ha semplicemente letto la partita nel migliore dei modi, colpendo quando era il momento e gestendo la situazione quando conveniva. In questo senso, il tecnico genovese è stato penalizzato dalla poca concretezza dei suoi attaccanti, che non hanno colto le occasioni che sono capitate e che avrebbero cambiato la partita.
"SCELTE TECNICHE - Ventura e Mihajlovic hanno entrambi azzeccato le formazioni iniziali. Il tecnico granata ha recuperato Acquah e optato per Peres e Zappacosta insieme come esterni di centrocampo, puntando su una formazione che potesse avere propulsori di spinta importanti su entrambe le fasce; scontate le altre scelte, non considerando il cambio di modulo come un'alternativa realmente proponibile nel contesto di San Siro. Anche a gara in corso, i cambi stavolta hanno convinto: Ventura, resosi conto del predominio territoriale dei granata, ha giustamente inserito tutte le punte che aveva in panchina, cioè Maxi Lopez e Martinez, chiudendo ad un attacco a quattro punte. Di più, il tecnico genovese non poteva fare. Il serbo, invece, ha giustamente confermato uno Zapata in palla al centro della difesa; in mezzo al campo, non avendo Montolivo, ha scelto la corsa e gli inserimenti di Kucka e Bertolacci che hanno entrambi reso. Davanti, Bacca e Niang sono i titolari anche perchè gli unici ad essere in condizioni proponibili; quando a metà ripresa il serbo ha levato il francese, nervoso e a rischio cartellino, per inserire Boateng, quest'ultimo ha evidenziato il gap dal punto di vista fisico.
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"SCELTE TATTICHE - Ventura, la partita, l'aveva studiata bene a tavolino: baricentro basso e gioco rapido e in verticale, a cercare gli scattisti Belotti e Immobile, sapendo che il Milan avrebbe iniziato il match cercando di fare la partita, visto il momento di fiducia e viste le rinnovate ambizioni di classifica. Scelta che avrebbe potuto pagare, se i granata - proprio i due attaccanti in primis - non avessero sprecato situazioni favorevoli davanti alla porta. Quando queste non vengono colte, si sa che a San Siro si rischia di pagare un conto assai caro. A quel punto, il Milan ha capito quando era il momento di premere il piede sull'acceleratore: cioè la fase finale del primo tempo, la quale aveva visto due-tre occasioni da rete (traversa di Honda compresa) che hanno legittimato il vantaggio, trovato su palla inattiva. Nella ripresa, poi, il Milan ha ad un certo punto capito che conveniva abbassare il baricentro per evitare di lasciare spazi: del resto, il Torino le occasioni migliori le aveva avute proprio in contropiede. Mihajlovic è passato ad uno schieramento con solamente una punta pura con il cambio Boateng-Niang e ha portato a casa la partita, con la squadra che ha gestito senza troppi problemi le fasi finali che pure hanno visto i granata stabilmente nella metacampo rossonera.
"Insomma, il ruolino di marcia di nove risultati utili consecutivi fa capire che in questo Milan che miete risultati c'è molto di Mihajlovic, che ha trovato la "quadratura del cerchio": la squadra risponde al proprio tecnico dal punto di vista tattico (ossia, interpreta bene i momenti delle partite) e da quello mentale, con i giocatori che sono applicati e limitano i cali di concentrazione. Soprattutto, il Milan è capace di concretizzare, usando anche le palle inattive a proprio favore. Tutte cose che mancano, oggi come oggi, a questo Torino di Ventura.
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