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""E' lui, è lui, è Gianni Bui", questo era il coro con cui i tifosi granata sostenevano il loro bomber dal 1970 al 1974, prima del trasferimento al Milan. 106 partite e 24 gol, sono i numeri di Bui al Torino, dove conquistò una Coppa Italia già al primo anno di permanenza. L'idolo della Maratona dell'epoca ha parlato ai nostri microfoni e l'argomento è stato la situazione delle sue due ex squadre: Torino e Milan, in vista della partita di domani.
"Gianni Bui, la convince questo nuovo Torino targato Mihajlovic?
""Questo nuovo corso mi entusiasma molto. Ventura è stato un’ottimo allenatore ed il serbo penso che sia l’erede ideale per l’attuale CT ella Nazionale. Ho visto un paio di allenamenti di Miha e mi è piaciuto per l’intensità e la grinta, è proprio un allenatore da Toro. Mihajlovic ha dimostrato di non essere solo un bravo giocatore ma anche un ottimo allenatore ed al Torino, con un pizzico di fortuna, potrà arrivare lontano".
"Si è parlato molto di Europa durante la preparazione estiva, secondo lei è raggiungibile dai ragazzi granata?
""Spero di si. Ho visto molte imprese nel calcio, come il mio Catanzaro quando andò in finale di Coppa Italia contro la Fiorentina battendo la Juventus, e questo Torino potrebbe avere in numeri per centrare un piazzamento europeo. Il condizionale è d’obbligo, in quanto sono arrivati tanti giocatori nuovi e preferirei vederli prima all’opera e poi dare giudizi. Domani si può anche perdere contro il Milan ma la gara darà molti segnali sulle qualità e sulle prospettive di questo nuovo Toro".
"Dopo esser andato via dal Torino, si è trasferito subito al Milan. Quali sono i suoi ricordi di quell’esperienza?
""Non belli purtroppo. Ho giocato solo le prime due partite poi ho avuto un infortunio tremendo che mi ha bloccato la carriera. Ero stato chiamato a Milano per formare una coppia gol con il mio compagno di stanza Rivera ma l’infortunio aveva fermato tutto sul nascere e l’idea che il Milan aveva con noi due poi l’ha concretizzata il Toro con Pulici e Graziani. Ho subito 3-4 operazioni in cinque mesi, un calvario. Non pensavo di diventare Ibrahimovic ma magari avrei potuto aiutare i rossoneri e contribuire per scrivere delle pagine di calcio della loro storia. Sono, ancora oggi, molto dispiaciuto e rammaricato per come è andata a finire quell’esperienza. Rivera me lo ripeteva sempre che insieme potevamo fare faville. Dopo le operazioni ho dovuto sostenere solamente un’allenamento a settimana ma non ero più quello di una volta e non sono riuscito a ripetere quello che avevo fatto al club piemontese".
"Cosa ne pensa della nuova proprietà cinese al Milan?
""Mi dispiace che un grande patron come Berlusconi debba abbandonare i rossoneri dopo trent’anni ricchi di successi. L’ex presidente del consiglio avrà sicuramente venduto perché si è reso conto che ormai servono troppi soldi e neanche lui riesce a sostenere certe spese. Pur di non veder morire lentamente la sua creatura ha preferito vendere. Sono sicuro che la cessione l’ha fatta con le dovute garanzie e le dovute clausole a persone che sapranno riportare il 'Diavolo' in alto".
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