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Millico, errori e rimpianti: la sua stagione finisce con un’esclusione

Focus on / Scelte societarie errate e responsabilità oggettive del ragazzo: la stagione del talento classe 2000 finisce nel peggiore dei modi

Nicolò Muggianu

Si conclude con un'esclusione per cause disciplinari la prima stagione da giocatore di Serie A di Vincenzo Millico. La seconda consecutiva, dopo quella già inflittagli da Moreno Longo mercoledì scorso prima del match contro la Roma. Una punizione esemplare, con la quale il tecnico del Torino ha voluto mandare un chiaro messaggio in primis al giocatore ed in secondo luogo anche alla stampa.

LE PAROLE - "La reazione di Millico - ha spiegato Longo nella conferenza stampa di presentazione a Bologna-Torino - è stata decisamente più grave di quella di Edera, per cui questo mi induce a lasciarlo fuori anche per questa partita". Ma sono state le parole pronunciate precedentemente dal tecnico granata a mandare un messaggio chiarissimo nei confronti del ragazzo; nonostante il nome di Millico - di fatto - non sia mai stato espressamente pronunciato da Longo. "Questi ragazzi sono già pieni di visibilità da quando hanno 15 anni - ha ammonito il mister - in un momento della loro carriera in cui non hanno ancora fatto nulla. Questo non fa il loro bene e la stampa non deve enfatizzare poche presenze in Serie A di un ragazzo descrivendolo come la 'nuova scoperta' o il 'nuovo talento' di turno".

LEZIONE - Parole forti ma a fin di bene, come quelle pronunciate da un padre che vuole dare una lezione di vita al proprio figlio. Un figlio che, alla luce dei recenti sviluppi, ha dimostrato di non essere ancora mentalmente pronto per questo tipo di palcoscenico. Le qualità - sia chiaro - non mancano, ma come sottolineato da Longo dopo Torino-Roma: "per giocare a questi livelli non bastano le qualità tecniche, ma servono anche quelle umane". Ed è proprio da questi insegnamenti che Millico dovrà ripartire la prossima stagione, cercando di far tesoro di un'annata sbagliata sotto tanti punti di vista.

ERRORI - Errori commessi già la scorsa estate da parte della società, quando durante l'ultimo giorno di mercato saltò il suo passaggio in prestito al Chievo Verona per mancanza di tempo. Poi il mercato di gennaio, con l'addio di Falque ed il sogno di trovare più spazio (o almeno così si pensava) fino al passaggio di consegne da Mazzarri a Longo. Poi lo stop al campionato e i primi errori individuali frutto di un carattere particolare, con una condizione fisica tutt'altro che perfetta nei primi allenamenti post-lockdown. Poi qualche spezzone di partita, le belle parole di San Siro dopo Inter-Torino ("questa maglia devo meritarmela") e infine i comportamenti poco professionali - dentro e fuori dal campo - che hanno scaturito la dura lezione di Longo. Comportamenti che gli sono costati le due partite in cui avrebbe avuto più possibilità di mettersi in mostra, alle quali invece assisterà da spettatore. La speranza, a questo punto, è che il ragazzo faccia tesoro degli sbagli commessi e impari la lezione; perché gettare alle ortiche un talento così cristallino sarebbe un vero peccato.