C’è una parola in particolare del post che Moreno Longo ha scritto su Instagram nelle scorse ore che fa riflettere: “rischioso”. Sì, accettare l’avventura al Torino per lui è stato un rischio. C’era tutto da perdere per lui in primis. Chiamato anche per sedare una piazza in subbuglio dopo i risultati catastrofici dell’ultima parte della gestione Mazzarri, Longo ha accettato un contratto di sei mesi senza pensarci. Condizioni a cui con razionalità in molti avrebbero detto di no, ma probabilmente l’istinto gli ha sussurrato che aspettava da troppo tempo quell’occasione. Sperava che arrivasse in circostanze differenti, certo, ma dire di no al Toro era per lui impossibile.
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Moreno Longo, il Toro prima di tutto
Reduce dall’esonero al Frosinone, a livello personale doveva dimostrare di valere la Serie A. Qui i pensieri possono essere discordi, ma a nostro avviso uno che centra l’obiettivo (l’ennesimo) della sua carriera con tutte quelle difficoltà, raccogliendo i 13 punti che dovevano essere raccolti, ha dimostrato di essere tecnico di valore. La salvezza ottenuta contribuisce a migliorare il suo curriculum: il Torino non è stato il punto d’arrivo che sognava, ma almeno lo ha aiutato a rilanciarsi e il suo nome è tornato a circolare. Per quanto riguarda l’uomo, invece, al Torino nessuno potrà mai dirgli grazie abbastanza: ci saranno allenatori migliori di lui, ma sara difficile trovare qualcuno che anteporrà il Torino alle esigenze personali come ha fatto Moreno Longo.
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