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Arriva pelato, l’ennesimo, con i due figli, attaccanti come lui nelle giovanili del Toro.
Roberto Muzzi cosa ha provato stasera ?
La soddisfazione più intensa della mia carriera. Dopo la sofferenza del...
Arriva pelato, l’ennesimo, con i due figli, attaccanti come lui nelle giovanili del Toro.
Roberto Muzzi cosa ha provato stasera ?
La soddisfazione più intensa della mia carriera. Dopo la sofferenza del 4-2, nell’unica partita sbagliata. Vincere contro il Mantova è stata una doppia soddisfazione anche perché oltre ai tifosi erano in molti che non ci credevano. Tutti però avevano voglia di stupire: in società, nella squadra, fra i tifosi.
Cosa l'ha resa più felice ?
Adesso che siamo in serie A posso dirlo: alla fine ho goduto come un matto perché ho sofferto molto a giocare con una caviglia conciata così. Dopo 20 giorni di stop, è stata dura rientrare e fare il mio solito gioco, perché sentivo parecchio male, però adesso siamo in serie A e il dolore è scomparso.
Un’impresa doppia se si pensa all’esordio…
Sono arrivato alle 13 e alle 16 c’era la prima partita e non conoscevo nessuno. Mancava tutto. E’ stato un miracolo fatto in gran parte dal presidente che non ci ha fatto mancare niente e che ci è sempre stato molto vicino.
Rimarrà l’anno prossimo ?
Io credo di sì, voglio restare. Dipende dal Presidente, ma spero di rimanere. Fisicamente, acciacchi a parte, mi sento a posto, mi trovo bene a Torino. La gente mi ha accolto bene e il mazzo di fiori giunto a mia moglie in un momento difficile è stato un gesto che non scorderò mai.
Come è avvenuta la tosatura ?
E’ stata una promessa fatta in un momento difficile. E poi tutti dicevano che avevo dei brutti capelli, così lunghi. Allora mi hanno chiesto se ero disposto a tagliarli in caso di promozione. Io ho detto di sì e appena entrati negli spogliatoi Fontana, Ferrarese, Stellone, Lazetic mi hanno subito preso e pelato. Io ero con gli occhi chiusi. Oggi volta che aprivo gli occhi ne vedevo uno.
Il gol più importante della carriera ?
Ho fatto un gol di coscia, non bello a vedersi ma dannatamente utile. Ho passato due notti a non dormire perché quando chiudevo gli occhi vedevo le scene dei gol di Mantova, della curva, ero tormentato.
Si intromette uno dei due figli e dice, “papà adesso che andiamo a casa, ci beviamo un bicchiere di vino…” risate. L’ambiente è sereno e Muzzi si congeda salutando i giornalisti così:
“Faccio i complimenti anche a voi che pure nei momenti difficili non ci avete mai massacrato. Ci avete aiutato parlando bene anche di chi non stava giocando bene. E questo è stato importante per tutti. Grazie”.
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