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Napoli-Torino 5-3: Mihajlovic, scelte iniziali che non pagano

Nicolò Muggianu

Post partita / Sarri vince il duello in panchina. Il serbo sorprende a inizio gara schierando Zappacosta esterno alto che brancola nel buio per i primi 45'

Napoli-Torino si è concluso amaramente per i granata che escono con le ossa rotte dal San Paolo. Il 5-3 finale è l'espressione lampante (e forse un risultato ingannevole) di quelli che sono stati i valori visti in campo. Sarri ha schierato in campo una squadra cinica e affamata che ha fatto il bello e il cattivo tempo sul rettangolo di gioco chiudendo di fatto il match dopo i primi 45' con un netto 3-0. Al banco degli imputati anche l'allenatore granata Mihajlovic che ha fatto alcune scelte contestabili nell'undici titolare.

ZAPPACOSTA - “La scelta di Zappacosta l’ho fatta per cercare di portare a casa la vittoria, come tutte le scelte che faccio: io seguo sempre le mie idee nonostante il risultato e rifarei questa scelta anche dopo questa sconfitta - ha dichiarato il tecnico del Toro nel post-partita - Ho messo il terzino in attacco perché ha più gamba di Iago Falque e contro il Napoli mi serviva un giocatore che nelle ripartenze non si facesse superare dagli avversari come è successo più volte allo spagnolo". Una scelta quanto meno atipica e inaspettata che, nel corso dei 45', si è rivelata controproducente. Zappacosta si è trovato nella prima frazione spesso nella "terra di nessuno" sbagliando i tempi di gioco offensivi e facendo spesso mancare l'apporto a Belotti che si è sempre trovato in inferiorità numerica. Con l'ingresso di Iago Falque, il ragazzo è tornato a occupare il suo ruolo abituale offrendo la solita buona prestazione, dimostrando, che i problemi del primo tempo non erano dovuti alla sua condizione fisica. Quella di schierare Zappacosta esterno alto si può comunque definire la prima mossa difensiva di sempre di Mihajlovic in granata: mossa che sicuramente non ha pagato.

DOMATO - Il duello in panchina è stato nettamente vinto da Sarri che, grazie anche a un super-Mertens, ha surclassato il collega Mihajlovic. Jorginho, preferito a Diawara, ha offerto una gara sopra le righe scodellando palloni deliziosi per i compagni. Lo stesso Chiriches, preferito in avvio all'ex Maksimovic, si è messo in evidenza con un gol. Se Sarri ha azzeccato tutte le scelte, Mihajlovic, ha dovuto invece fare i conti con qualche azzardo di troppo. Inutili sono stati poi i cambi fatti dal serbo durante la gara che, seppur ragionevoli - sostituzione di un Valdifiori spaesato e inserimento di Iago Falque e Maxi Lopez per giocarsi tutte le carte a disposizione - non sono serviti a rimettere in piedi una partita già fortemente indirizzata su binari ben definiti.

Il tecnico granata si è anche espresso sulla scelta di schierare Moretti dal primo minuto: “Castan è forte se ha il riferimento dell’uomo da marcare altrimenti va in difficoltà, almeno per quello che abbiamo visto nelle ultime partite. Per questo ho scelto Moretti, che soffre di meno su questo”. Visti i cinque gol subiti, si può affermare senza timore di smentita che anche questa mossa non abbia pagato: il 35enne faro granata ha fin da subito perso il controllo della situazione, tra la ruggine dovuta allo scarso minutaggio e la bravura degli avversari. Il Toro e Mihajlovic sono usciti sconfitti sotto tutti i punti di vista dal San Paolo. Ora però c'è il Genoa e non è il momento di rammaricarsi ma di rialzarsi, dimostrando ancora una volta, le doti tecniche e caratteriali di cui è dotata questa squadra.