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Nedo Sonetti è uno degli allenatori che hanno fatto la storia del Toro, l’ultimo ad aver battuto la Juventus sia all’andata sia al ritorno nella stagione 1994/95. Anche lui pensa che i granata quest’anno abbiano fatto bene, tutto sommato, ma che per il prossimo anno necessitino di maggiore qualità.
Buongiorno Sonetti; l’obiettivo dichiarato della società per la prossima stagione è quello di arrivare nella parte sinistra della classifica: come bisogna attrezzarsi?
Credo che il Torino abbia già un gruppo di buoni giocatori ma chiaramente bisogna aggiungere qualcosa. Per raggiungere migliori risultati a mio modo di vedere serve un po’ di qualità in più a centrocampo e in attacco.
Anche perché la prossima stagione sarà più dura di questa: mentre il Pescara di quest’anno aveva una storia praticamente già scritta Verona e Sassuolo non staranno certo a guardare, non è vero?
Nessuno vuole perdere, mai; il Sassuolo comunque, per quanto ambizioso, dovrà fare i conti con una realtà completamente diversa da quella precedente: la A e la B sono due mondi opposti.
Venendo ai singolo, in questi giorni si parla molto del terzino granata D’Ambrosio: lei cercherebbe di trattenerlo?
Credo che il ragazzo non debba temere di avere poco spazio nel Torino perché Ventura è un ottimo allenatore e guarda i progressi dei giocatori in allenamento quindi, se sei bravo, uno spazio te lo ritagli di sicuro nonostante la concorrenza. Se invece quello di D’Ambrosio è un problema di ingaggio non mi intrometto perché la questione è completamente differente.
Infine tuffiamoci nei ricordi: che emozione si prova a vincere due derby su due?
Quelle due partite sono state forse le più belle della mia carriera: la Juventus era una squadra importante e quell’anno, con Lippi, vinse anche lo scudetto. In quelle due gare però noi fummo più determinati e mettemmo in campo tanta voglia di vincere.
Roberto Maccario
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