Girando nei siti e nei forum granata mi è capitato in questi ultimi giorni di leggere diverse lettere di tifosi under 20 del Toro e, calcisticamente parlando, mi si è stretto il cuore. Ho letto di ragazzi che non hanno mai avuto l'immenso godimento di gioire per una vittoria nel derby, che non hanno mai visto il Torino nei quartieri nobili della classifica né tantomeno giocarsi una coppa europea.
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Nel Toro c’è la meglio gioventù
Io appartengo alla generazione che un bel Toro l'ha visto. Ero ancora troppo piccolo per capire che avevamo vinto uno scudetto, ma nei vent'anni a seguire qualche soddisfazione ce la siamo tolta. Ricordo (e mi emoziono ancora a pensarci) il 2-0/2-3 coi gobbi in tre minuti, il derby vinto 2-1 all'ultimo minuto con un gol di testa di Serena, ho scolpito nella memoria Mondo e la sedia di Amsterdam, ho gioito per l'incredibile Coppa Italia conquistata contro la Roma e per l'inaspettato secondo posto dietro al Verona, ho visto giocare Graziani, Pulici, Sala, Zaccarelli, Junior, Dossena, Scifo, Martin Vazquez, Lentini, Marchegiani, Cravero e altri grandi che hanno fatto la nostra storia. Poi ho vissuto il baratro, quel baratro nel quale sono fioriti questi giovani leoni granata che hanno conosciuto più la serie B che la A e che si sono attaccati al Toro per vera passione, pur ricevendone in cambio poco o niente. Magari alcuni di loro, ancora bambini, avevano partecipato alla grande manifestazione dell'orgoglio granata, quando in migliaia scendemmo in piazza per amore della squadra, nonostante fossimo appena retrocessi. Una gran bella cosa da Toro. Le loro piccole storie danno un significato ancora più profondo dell'essenza granata, tremendista, maledetta ma affascinante. E proprio altri giovani in quest'annata bizzarra ci stanno dando soddisfazioni che la Prima squadra ci offre a corrente alternata. Penso alla Primavera di Longo, a un derby vinto 3-2 all'ultimo minuto - roba che se fosse successo ai loro fratelli maggiori saremmo ancora lì a far festa - e a un campionato al vertice. Ma penso anche a tutte le altre categorie delle giovanili che si stanno facendo valere. C'è stato un momento in cui il Toro ha avuto un grande Settore Giovanile. Erano gli anni '80 e Sergio Vatta sfornava talenti a ripetizione e con la Primavera vincevamo campionati e tornei di Viareggio. A memoria in quegli anni uscirono dal nostro vivaio gente come Lentini, Vieri, Francini, Cravero, Benedetti, Fuser, Dino Baggio, Venturin, Benny Carbone, Osio e Comi. Ma non erano i soli, la serie A era piena di giocatori "made in Toro". Abbiamo, e nessuno si senta offeso, la meglio gioventù in circolazione, sugli spalti e in campo. Crediamo in loro come loro stanno credendo nel Toro. Se lo meritano.
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