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Se sono veri i proverbi, il Toro è al sicuro. Se non c'é due senza tre, gli uomini di Colantuono dovrebbero trovare a Modena il terzo successo su tre tentativi annuali; prima con i canarini, poi con i neroverdi, e...
Se sono veri i proverbi, il Toro è al sicuro. Se non c'é due senza tre, gli uomini di Colantuono dovrebbero trovare a Modena il terzo successo su tre tentativi annuali; prima con i canarini, poi con i neroverdi, e oggi ancora contro il Sassuolo. Sempre in dieci uomini i precedenti, sempre in gravi difficoltà; oggi si partirà (come sempre) in undici contro undici, ma è come se i granata iniziassero comunque in inferiorità, dovendo le due formazioni ottenere risultati ben diversi per centrare il passaggio del turno: pareggio per i padroni di casa, obbligata vittoria per Bianchi e compagni.Difficoltà cui questo gruppo è avvezzo: partito tra mille difficoltà, con barili di scorie precedenti da smaltire, lo stadio semivuoto ed il gelo intorno, è riuscito ad ottenere che la tifoseria seppellisse l'ascia di guerra grazie al proprio impegno, al rispetto tributato alla maglia indossata che ha intriso di sudore. E ai risultati: quella che scenderà in campo oggi al “Braglia” sarà la formazione più forte e vincente dell'intera categoria, nonostante le apparenze; 41 punti nel girone di ritorno sono numeri incontrovertibili che Colantuono giustamente espone come un'insegna, numeri che, se fossero stati realizzati anche dal Toro della Prima Repubblica, avrebbero significato un campionato vinto in carrozza.Così non è stato, e recriminare è inutile; ma questa realtà, quella dei risultati, deve rendere i granata forti di quanto hanno saputo e sanno fare. Magari senza brillare, senza convincere appieno, senza divertire (sicuramente); ma sapendo di aver fatto più punti di tutti, di aver dimostrato, mercoledì, di poter mettere alle corde un Sassuolo che si sente superiore nel gioco e nelle percentuali-promozione. Dopo aver sprecato mezzo campionato, e anche mezza semifinale d'andata (un primo tempo disputato piuttosto male), il Toro dovrà giocare come fatto nella seconda frazione dell'ultima partita. Cuore, corsa, calcio. E gol. Almeno uno.Almeno uno, poi toccherà al giovane Angelo e al vecchio Simone, ragazzoni non immuni da errori ma protagonisti di quella che è, comunque (torniamo ai numeri), la seconda retroguardia della categoria, e dovranno ricordarsene, toccherà a Manolo che vuole la Serie A a 32 anni dopo averla solamente assaggiata, e a tutti gli altri, che vorranno semplicemente restare al Toro, meritarsi la conferma, guadagnare il paradiso calcistico italiano. Per quest'ultimo traguardo ci sarà poi un secondo, più duro esame; ma ci penseremo da domani, o da stasera, se i ragazzi del Toro dimostreranno quello che pensano i quasi quattromila tifosi al seguito: di essere più forti. Convincersene, e dimostrarlo.
(foto M.Dreosti)
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