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Non solo grinta. Davide Nicola sta riuscendo a trasmettere al suo Torino anche nozioni tattiche chiare e adattabili ai diversi avversari che si presentano di fronte. I granata, dopo aver impostato perfettamente le partite contro Cagliari e Inter, hanno fatto altrettanto ieri contro il Sassuolo, nonostante i valori tecnici a disposizione dei neroverdi. È indubbio che il Torino, soprattutto nel primo tempo, abbia patito e abbia anche rischiato ad inizio ripresa il k.o. tecnico. Però, nello stesso tempo, nell’arco dei 90 minuti i granata hanno sempre dato l’idea di saper cosa dovevano fare per mettere in difficoltà la compagine di Roberto De Zerbi. Alla fine, sono stati premiati e la rimonta è stata meritata, come testimoniano i numeri. Il Sassuolo si era presentato a Torino con il secondo maggior possesso palla medio del torneo dietro solamente alla Juventus, ma ieri è stata annullata praticamente qualsiasi differenza tra granata e neroverdi (49,2% Torino, 50,8% Sassuolo).
TATTICA - Il Torino ha provato a giocare alla pari contro il Sassuolo e ha dimostrato di aver un potenziale offensivo di considerevole portata numerica e qualitativa. Nicola ha detto ai suoi di guardare in faccia il pericolo, usando però sempre la testa. E ha trasmesso coraggio ai giocatori con le sue scelte in corso d’opera. Non ha avuto timore nello sbilanciare il suo Torino per aumentare la pressione nella metà campo neroverde, consapevole del fatto che il Sassuolo nemmeno sullo 0 a 2 o sul 2 a 2 avrebbe rinunciato alla sua abituale costruzione dal basso, che può trasformarsi in un pericolo costante se viene esercitata una giusta aggressione alta da parte degli avversari. Così è stato. Il Torino ha lanciato in area il cappello dopo aver segnato l’1 a 2 maturato proprio da un recupero alto della sfera. Tornando ai numeri, anche il dato inerente alle conclusioni verso la porta è eloquente: 11 a 4 quelli in porta, 17 a 11 quelle complessive a favore dei granata.
SCELTE - Il Sassuolo di De Zerbi ha confermato di essere squadra che sa arrivare facilmente a conclusione, ma al contempo concede parecchio. È insito nell’idea di calcio di De Zerbi rischiare ed è difficile per una squadra, tra l’altro giovane come quella emiliana, pensare di aver chiuso una partita prima del 90’. E a tal proposito non hanno sortito effetti positivi, per gli ospiti, i tre cambi andati in scena al 15' della ripresa (ancora sullo 0-2): Traore, Boga e Locatelli per Defrel, Djuricic e Magnanelli. Poi De Zerbi ha inserito anche Peluso per Berardi, ma il cambio conservativo non ha certo funzionato visto l'esito del match. Il Torino, invece, è stato ben condotto dalla panchina. Nicola ha cercato di spostare in avanti nell’intervallo il baricentro della squadra inserendo Verdi e Vojvoda, spostando Ansaldi a sinistra (dove è più abituato a giocare); poi è passato alla difesa a quattro, togliendo Bremer e puntando su Gojak, schierato prima da esterno sinistro di centrocampo e poi da centrocampista centrale con l’ingresso di Zaza al posto di Rincon: un 4-2-4 vecchio stampo, con Sanabria spostato da esterno sinistro, che ha portato i suoi frutti. E così un Torino resiliente e resistente è tornato a vincere in casa dopo 244 giorni.
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