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Prima del focolaio Covid nel Torino era stata celebrata la compattezza dei granata in quel di Cagliari in uno scontro diretto fondamentale. Una “zuccata” vincente di Bremer sugli sviluppi di calcio d’angolo regalò un successo pesantissimo alla compagine di Davide Nicola. La stessa solidità doveva necessariamente emergere ieri sera su un campo insidiosissimo come quello dell’Udinese. Paradossalmente Udinese-Torino era una partita più difficile da giocare rispetto a Torino-Sassuolo o rispetto al Derby della Mole, sebbene la classifica dei friulani non fosse nemmeno lontanamente comparabile a quella dei neroverdi di De Zerbi o a quella dei bianconeri di Pirlo. I granata hanno dimostrato di aver salito un ulteriore gradino del loro processo di crescita, sfornando una prestazione positiva, soprattutto se contestualizzata nel giusto modo. Il Torino deve salvarsi e per salvarsi servono punti. Per ottenerli devono essere giocate partite sporche come quella di ieri sera alla “Dacia Arena”, nelle quali bisogna saper stringere i denti (vedi assalto finale dell’Udinese nel primo tempo) ed essere cinici.
PIANO TATTICO - Come sottolineato nelle ultime uscite granata (meno che a Genova contro la Sampdoria, dove però gran parte del merito fu di quel "volpone" di Ranieri), Nicola ha studiato egregiamente il piano partita. Ha provato a schermare De Paul e per buona parte del match c’è riuscito. Il Torino ha patito l’argentino soltanto sul rush finale del primo tempo, quando ha svariato maggiormente, eludendo l’azione di Rincon, deputato a contenerlo. Inoltre, il Torino, sapendo di non essere abile nel tenere il pallino del gioco e sapendo che nemmeno l’Udinese ama comandare le operazioni, ha lasciato sapientemente il possesso alla formazione di casa. Ha puntato sulla propria arma preferita: contenimento per poi ripartire, effettuando come ha ribadito Nicola nel post-partita una fase di non possesso di ottima fattura. A favorire le transizioni un Verdi finalmente a suo agio in campo (l’invenzione di Nicola da mezz’ala sta dando i suoi frutti). Va rimarcato, poi, che i granata, nonostante il focolaio Covid, stanno molto bene atleticamente. Come contro la Juventus, infatti l’ultimo segmento di gara è stato favorevole al Torino che è andato più vicino allo 0 a 2 che all’1 a 1. Ciò è stato anche favorito dai giocatori subentrati che hanno dato, chi più chi meno, il proprio apporto alla causa.
SOSTITUZIONI - Lukic è servito per proseguire il lavoro di Rincon, Zaza per dare fastidio alla retroguardia dell’Udinese (in modo confusionario il lucano è riuscito a svolgere il suo compito), Linetty a rafforzare la diga negli ultimissimi minuti di partita. Un Torino, dunque, con più frecce nella propria faretra e anche questo è un obiettivo raggiunto da Nicola, che da quando è arrivato ha sempre sottolineato come tutti gli elementi della rosa sarebbero tornati utili nella rincorsa alla salvezza. L’Udinese di Luca Gotti ci ha provato e forse avrebbe meritato qualcosa in più nel computo totale del match. Nel complesso, però, è apparsa una formazione un po’ troppo dipendente da De Paul e in avanti né Llorente né un pessimo Okaka hanno scalfito il terzetto difensivo granata.
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