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Nicola vince con la panchina, Vanoli non può farlo: il Toro si conferma fragile

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L'ex granata vince sfruttando la panchina. Troppi limiti difensivi per il Torino: 11 gol presi nelle ultime 4 giornate, 9 nelle ultime 3
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Quattro sconfitte consecutive, le ultime tre in campionato tutte per 3 a 2: le preoccupazione in casa Torino sono lecite. I granata hanno confermato anche alla Domus Arena di Cagliari di prendere con troppa facilità gol. Ne hanno incassati addirittura 9 nelle ultime tre uscite in Serie A, 11 nelle ultime quattro considerando anche la vittoria per 3 a 2 del "Bentegodi" contro l'Hellas Verona. Diventa difficile pensare di poter ottenere punti se ogni gara viene chiusa con un bottino di gol subiti pari a tre. "Maggior attenzione nei dettagli"ha detto al termine della partita mister Paolo Vanoli. In effetti, i dettagli hanno fatto la differenza. Il Torino ha preso due gol su tre su calcio piazzato (nel primo caso la punizione è stata invertita e Milinkovic-Savic ha sbagliato, nel secondo su corner ben due giocatori del Cagliari hanno colpito di testa nel cuore dell'area di rigore). Tra l'altro, il Cagliari non aveva mai segnato su calcio d'angolo, il Torino ha permesso ai rossoblù di sbloccarsi in questo fondamentale. Va anche aggiunto che prima della sfida di ieri, domenica 20 ottobre, il Cagliari aveva siglato appena 5 gol in tutto il suo campionato: nei soli 90 minuti contro il Torino ne ha fatti tre. La fase difensiva, fin dall'inizio della stagione evidenziata come punto debole dei granata, ha dimostrato tutti i suoi limiti in Sardegna.

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Adams e Sanabria vicini e cercati con il gioco basso, le mezzali non benissimo

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Come ha sopperito Vanoli alla prima assenza di Duvan Zapata? Con Antonio Sanabria e Che Adams nel reparto offensivo. I due si sono mossi abbastanza bene, sono rimasti molto vicini e sono stati cercati soprattutto con palloni bassi (Zapata garantiva più sviluppo aereo). I due attaccanti non hanno fatto male e ha ragione Vanoli nel sostenerlo, però a Cagliari è arrivata la conferma (abbastanza scontata) che sostituire Zapata sarà un'impresa quasi impossibile. Dal punto di vista della mediana non hanno brillato le due mezzali. A Ricci è stato richiesto un compito sull'asse verticale che non ha prodotto gli effetti sperati e l'ex Empoli è apparso sottotono rispetto alle recenti apparizioni in azzurro con l'Italia di Luciano Spalletti nel ruolo di regista. Vlasic deve ancora carburare ed è calato notevolmente alla distanza. Nonostante tutto, il Torino anche a Cagliari ha segnato due gol e ha prodotto 17 tiri, di cui 5 verso la porta. La costruzione e la fase di possesso continuano a piacere: il Torino è divertente da vedere, anche se questa predisposizione all'attacco fa sì che i granata concedano molto di più rispetto al passato con Ivan Juric. In altre parole: la coperta è corta.

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Vanoli, panchina corta e mani legate sui cambi. Nicola pesca tanto e bene

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Anche dal punto di vista delle alternative, al momento, la coperta è corta. Le assenze sono notevoli, di peso e non possono non essere considerate. Vanoli ha effettuato soltanto tre cambi, il primo al 75' (Gineitis per Linetty acciaccato), appena dopo il 3 a 2 del Cagliari. Ha tenuto in campo Coco, Lazaro (fino all'83') e Masina ammoniti prendendosi dei rischi. Le opzioni erano poche, se non pochissime e cambiare la partita con i cambi risultava impossibile per Vanoli. Dopo essere passato in svantaggio ha gettato nella mischia Karamoh e Dembele per Vlasic e Lazaro. Le sostituzioni hanno invece fatto la differenza in casa Cagliari. Davide Nicola ha sfruttato nel migliore dei modi il potenziale della sua panchina. Quattro cambi su cinque prima del 2 a 2 e del 3 a 2. Palomino, autore del pareggio, è stato pescato dalla panchina per prendere il posto dell'infortunato Mina. A inizio ripresa Nicola ha tolto uno spento Luvumbo e ha inserito Marin, poi ha potuto giocarsi le carte Lapadula e Gaetano. Insomma, con le sostituzioni l'ex allenatore del Torino ha potuto incidere, a differenza di Vanoli che si è trovato con le mani legate.

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