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CONTROCORRENTE

Non basta il solo Zapata. La sconfitta a Empoli è meritata

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
Controcorrente di Gino Strippoli – Quando il dottor destino si chiama Davide Nicola e M’Baye Niang

Nulla da dire sull’impegno profuso dai granata per recuperare per due volte lo svantaggio, sui due bellissimi gol di Duvan Zapata, vero valore aggiunto per il Torino di oggi, ma la sconfitta è meritata non tanto perché i granata hanno giocato male, anzi contro la squadra toscana i ragazzi di Juric hanno avuto dei momenti di buon gioco ma, c’è sempre un ma che vuol dire giocare con la cattiveria giusta, con quella grinta e quella voglia di vincere  che ha messo in campo l’Empoli, ben messa in campo da Davide Nicola.

Già perché l’allenatore empolese, che da sempre tifa granata, si è preso quella piccola sottile rivincita contro chi lo aveva fatto fuori  dopo aver portato alla salvezza il Toro prima dell’avvento di Juric. Poi la partita a scacchi ha tirato fuori quattro pedine dalla panchina che hanno fatto la differenza e fatto vincere l’Empoli. Dopo il primo pareggio di Zapata la mossa di Nicola è stata quella di mettere cancellieri, autore del secondo gol, Maleh autore dell’assist per Cancellieri e Niang da cui è partita l’azione del  doppio vantaggio e poi del gol vittoria, Cacace autore dell’assist  per la vittoria a Niang.

La panchina in questo caso ha fatto la differenza visto che i pochi cambi di Juric per cercare di vincere la partita non hanno portato al risultato sperato.

Diciamo pure che sin dall’inizio il Toro ha trovato molte difficoltà nel costruire dal basso le azioni sul pressing alto e asfissiante dell’Empoli, mentre la squadra toscana si è trovata subito  in partita giocando palla a terra, oltre ad arrivare sempre per prima sulle seconde palle. C’è stato solo un momento che il Toro è salito in cattedra e ha iniziato a fare la partita ovvero dopo il secondo pareggio del colombiano su bell’assist di Bellanova.  Il Toro dopo aver raggiunto il pareggio ha cercato di spingere chiudendo Luperto e compagni nella propria metà campo ma poi  senza mai arrendersi all’evidenza e sicuramente con più cattiveria agonistica l’Empoli ha trovato il gol vittoria su un erroraccio di Bellanova, troppo molle nel difendere quel pallone su Cacace, destinato al fondo.

Che dire sui gol presi dai granata? Forse e dico forse Savic avrebbe potuto fare di più infatti sul primo gol di Cambiaghi, si allunga e tocca la palla ma sembra non dare spinta sulle gambe, quella spinta che forse lo avrebbe portato a respingere quel pallone.  Sul secondo gol di Cancellieri, da una posizione defilata  e difficile, quindi con poco specchio della porta, Savic non è sembrato molto reattivo.  Sul terzo il mea culpa come si è già detto è tutto da recitare per l’esterno granata.

Zapata non è bastato per vincere questa partita e festeggiare i suoi 33 anni anche se a livello personale il centravanti colombiano ha raggiunto con i due gol  segnati quota 12 in classifica cannonieri, senza mai tirare un rigore.

Quando vai per due volte sotto e poi prendi il terzo gol che decreta la tua sconfitta non ci sono attenuanti, soprattutto quando  la mano del destino mette anche in gioco la lealtà sportiva. Quel non rendere il pallone all’avversario  che lo ha messo fuori  per fermare il gioco per un infortunio di un compagno  non è stato un bel gesto. Sembra che la decisione di non rendere il pallone sia stato dell’allenatore granata. Ecco che c’è sempre un qualcosa che alla fine rende  giustizia.


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